Incidente in Tangenziale, Mormile: “Siamo saliti in auto ubriachi. Poi il vuoto”
"Avevo bevuto. Diversi drink, me li offrivano. Lo so che da ubriachi non ci si mette al volante. Ma io l'ho fatto lo stesso". Parla dopo mesi di silenzio, Nello Mormile, il 30enne Dj che il 25 luglio scorso, con una manovra folle, aveva percorso la tangenziale di Napoli contromano provocando, così, la morte della sua fidanzata Livia Barbato, 22 anni, e del conducente della Renault Clio contro cui è andato a sbattere, Aniello Miranda, 48 anni.
La richiesta di essere ascoltato
Mormile aveva chiesto di essere sentito e, ieri, in un'aula del tribunale di Napoli gremita ha parlato per circa due ore ricostruendo l'accaduto fino al presunto blackout: "Livia è entrata in auto e si è seduta sui sedili posteriori. Avevo appena comprato l'auto e le ho chiesto di avvisarmi se si sentiva poco bene e di non sporcarla. Avevamo bevuto un po' e di solito non beviamo. Da quel momento in poi non ricordo più nulla, non mi sono reso neanche conto di essere finito contro un'altra auto". Ad ascoltare le sue parole, c'è Gianfranco Barbato, padre di Livia, ci sono i i fratelli e le sorelle di Miranda. Fuori dall'aula, c'è anche Rita, la mamma di Nello a cui non è stato permesso di assistere all'udienza.
Spunta un nuovo video
Nello Miranda è accusato di duplice omicidio volontario aggravato ed è difeso dagli avvocati Gaetano Porto e Gaetano Baccari. Quando il Pm tenta di incalzarlo con le domande e il difensore della famiglia Barbato chiede chiarimenti, Nello Mormile dice di non ricordare nulla di quello che è successo da quando quella portiera posteriore si è chiusa: "So che la mia sofferenza non ha pari rispetto a quella che ho causato", conclude. Intanto tra i filmati in possesso della magistratura ce ne sarebbe uno in cui l'auto incriminata sarebbe ferma sulla corsia di emergenza per lungo tempo prima di riprendere la corsa in maniera scellerata cambiando senso di marcia. L'ipotesi dell'avvocato Raguzzino, legale della famiglia di Livia, è quella di un litigio che si sarebbe scatenato nei frangenti in cui l'auto era ferma sul ciglio della strada. Nello Mormile, infatti, sembra che avesse un flirt con un'altra ragazza con cui si scambia messaggi anche dal carcere dove si trova ora.
L'abbraccio tra le due famiglie
Quando fuori dall'aula Gianfranco Barbato incrocia Rita, la mamma di Nello, i due si scambiano un abbraccio emblematico. Il dolore in cui sono piombati in questi mesi accomuna le loro vite e non conosce rancori. Rita continua ad offrire un'immagine diversa di suo figlio: "Non chiamatelo Dj – confida a Repubblica Napoli – aveva appena trovato un lavoro alla Tirrenia e da tre giorni si era comprato un'auto. La prima persona a cui ha fatto vederla è stata la nonna di 84 anni. Non chiamatelo assassino". Intanto si tornerà in aula agli inizi di giugno per le conclusioni del Pm e per quelle delle parti civili. Il processo con rito abbreviato conoscerà la sentenza dopo l'arringa della difesa, il prossimo 8 luglio.