Incinta e perde sangue, la dirottano da un ospedale all’altro: ora rischia la vita

È ricoverata in prognosi riservata al San Giovanni Bosco la 37enne che lo scorso sabato sera ha richiesto il pronto soccorso, incinta, per una emorragia al naso. Ora il suo bambino è ricoverato nel reparto di neonatologia ed è considerato a rischio, mentre la donna, di origini marocchine si trova in sala di rianimazione. Una vicenda surreale considerato che la donna si era recata al pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli di Napoli per ricevere assistenza riguardo ad una preoccupante emorragia. Il presidio ospedaliero della zona collinare, è infatti l'unico a Napoli con una divisione di Otorinolaringoiatria, con un primario e cinque collaboratori. Nessuno dei quali però era reperibile sabato. La donna viene tenuta in osservazione dopo un primo tamponamento e riesce, sebbene diabetica e alla 37esima settimana di gravidanza, a trascorrere la notte senza ulteriori peggioramenti.
L'indomani le sue condizioni si aggravano, il naso ricomincia a sanguinare e i medici entrano in allerta. La direzione sanitaria decide di contattare lo specialista di un altra struttura ospedaliera per una consulenza. A Napoli non esiste altro nosocomio con un pronto soccorso otorino, ma i dirigenti decidono ugualmente di dirottare la paziente Driovich Ed Darngh Malika al presidio ospedaliero Pellegrini, al centro storico, dove a prendere in cura la gestante c'è il medico reperibile Luigi Vitulano. Dopo il secondo tamponamento Driovich viene poi scortata, anziché al Cardarelli da dove è stata richiesta la consulenza e dove sarebbe dovuta tornare secondo il protocollo, al San Giovanni Bosco. A motivare la decisione probabilmente la presenza contemporanea al presidio di Capodichino sia del reparto otorino, sia di quello ginecologico. La 37enne arriva nella struttura in condizioni già gravi, tanto che i medici decidono di sottoporla a taglio cesario. Il piccolo, nato già in sofferenza, viene immeditamente trasferito in Neonatologia, dove è tuttora ricoverato, mentre Driovich che, avendo perso notevoli quantità di sangue con l'emorragia, necessita di trasfusioni, viene trasferita in rianimazione, dopo il terzo tamponamento, dove è ancora ricoverata. Sebbene stabile, Driovich, è ancora in prognosi riservata.
Una vicenda che pone ancora una volta l'accento sulle gravi carenze del presidio ospedaliero Cardarelli, al collasso come tutte le altre strutture campane, per mancanza di personale e per il blocco delle assunzioni. Da mesi ormai i pronto soccorso degli ospedali sono in pauroso sovraffollamento, circostanza che ha mosso la Regione Campania a chiedere e autorizzare il trasferimento dei ricoverati in altre strutture. Quanto alla mancata reperibilità del medico specialista nella struttura dove la donna si era recata per ricevere assistenza per l'emorragia, la stessa che l'ha ridotta in fin di vita, dichiara a La Repubblica il direttore sanitario Franco Paradiso, «Fu abolita (dopo l'accordo con la Regione, ndr) anche la reperibilità sia per otorino che per oculistica. D’altronde, sono così rari i casi di vera urgenza che non vale la pena di tenere i pochi medici bloccati. Comunque abbiamo aperto un’indagine interna per capire se si poteva trovare una soluzione diversa ed evitare il trasferimento».