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Incubo nella metropolitana: fermi sotto la galleria, costretti a uscire a piedi

Paura per gli utenti della Linea 1 del metrò, tra Università e Toledo. Fermi nel convoglio, costretti a uscire sotto la galleria per guadagnare la superficie. Colpa di un blackout, si giustifica l’azienda. Ma i pendolari sono infuriati.
A cura di Redazione Napoli
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Le immagini all'interno della metropolitana durante il blackout (foto di A.C. Iannone, Facebook)
Le immagini all'interno della metropolitana durante il blackout (foto di A.C. Iannone, Facebook)

Paura per i passeggeri della metropolitana Linea 1 di Napoli, costretti questa sera a rimanere per interminabili minuti tra le fermate Università e Toledo e poi costretti a scendere in galleria e camminare sulla banchina interna al tunnel per arrivare, finalmente, alla fermata. Il problema sarebbe stato generato da un improvviso blackout che avrebbe determinato non solo lo stop ai treni ma anche quello ad ascensori e scale mobili. Un incubo, se si pensa a questi giorni difficili fatti di allarme terrorismo anche in Italia. Giustificato, dunque, il panico e anche la rabbia per l'inadeguatezza dei sistemi di supporto ai viaggiatori, tant'è che qualcuno ha inveito, una volta saliti in superficie, contro il personale di sorveglianza della metro partenopea. Che sarà anche ricca d'arte e con le fermate più belle d'Europa (via Toledo) ma in condizioni del genere va completamente in tilt.

Sono gli esponenti dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e Marco Gaudini che ricapitolano la vicenda: È ora di intervenire con fermezza sul trasporto pubblico, non si possono più tollerare situazioni del genere". "È allucinante l'esperienza che hanno vissuto oggi centinaia di cittadini che era sul treno della metropolitana Linea 1 delle 18.30 circa da Garibaldi verso Piscinola. – raccontano Borrelli e Gaudini esponenti del Sole che Ride – Dopo una lunghissima attesa alla fermata della metro con almeno 500-600 persone, sono saliti sui vagoni e dopo aver oltrepassato la prima stazione il treno si è fermato". "Inizialmente – continua – è stato chiesto di restare in attesa a bordo (informazione già paradossale perché da nessuna parte sarebbero potuti andare). Già lì si sono verificati i primi malori e le prime crisi di panico. Successivamente hanno aperto le porte e sono dovuti scendere. C'erano infine dei portatori di handicap che hanno avuto gravi difficoltà". “Mi chiedo – dichiara Fiorella Zabatta, Segretario Generale di Farecittà, che era sul treno bloccato – come sia possibile che non ci sia un piano che in caso di emergenza porti la metro alla prima stazione, come succede per gli ascensori da decenni, in tutti i palazzi dotati di questi impianti. La mobilità a Napoli – continua Fiorella Zabatta – come tante altre cose è una continua emergenza, che mette anche a rischio la sicurezza dei cittadini. Pretendiamo di avere dei turisti in città, ma in realtà la città è invivibile per i napoletani stessi”.

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