Incurabili, che cos’è la macabra “piscina dei cadaveri” che gli speleologi stanno cercando
Fino a quando, nella seconda metà del XVIII secolo, Ferdinando IV di Borbone non decise di edificare il "Cimitero delle 366 fosse" all'architetto Fuga, a Napoli si moriva per strada. Letteralmente. La città di poveri, barboni e lazzari non aveva i mezzi per garantirsi una degna sepoltura. Così, secondo Filippo Ammirati sul finire dello stesso secolo, professore della Regia università, i cadaveri venivano gettati in una piscina, una sorta di fossa comune, un grande pozzo dove i corpi marcivano. E lì ci sono rimasti per secoli. Un'usanza macabra, quella di gettare i cadaveri delle persone decedute in strada o negli ospedali nella cosiddetta "piscina dei cadaveri", che con ogni probabilità veniva da lontano, la cui origine si perdeva nei secoli.
Il luogo prescelto dove probabilmente è nascosta ancora oggi la piscina dei cadaveri fu Caponapoli, la collina del centro antico di Partenope dove, durante i primi decenni del Cinquecento, fu edificato l'Ospedale degli Incurabili. Collina considerata sacra, dove la leggenda sosteneva fosse stata sepolta la sirena Partenope. Finché, appunto, il re Ferdinando, per l'insopportabile fetore dei morti, decise di costruire un cimitero pubblico. Da quel momento in poi della cosiddetta piscina dei cadaveri è diventata una leggenda, un irrisolto mistero napoletano. Anche se nei secoli, con ogni probabilità, ha accumulato un numero altissimi di cadaveri, probabilmente milioni. E che oggi torna a far parlare di sé perché, a distanza di tanti anni, ancora nessuno è stato in grado di localizzarla.
Anche se una cosa è certa: la piscina dei cadaveri esiste ed è sotto gli Incurabili. Due e più milioni di corpi che probabilmente sono ancora sottoterra, nascosti dai detriti accumulati nei secoli. Un giorno o l'altro potrebbe essere scoperta, così l'ennesimo mistero napoletano potrebbe essere risolto.