Ingegnere ucciso a Chiaia, la vedova: “Credo nell’innocenza del fratello”
È convinta dell’innocenza del cognato. Elena Grande, la moglie di Vittorio Materazzo, ucciso lo scorso 28 novembre davanti alla sua abitazione in viale Maria Cristina di Savoia a Napoli si è schierata dalla parte di Luca Materazzo, fratello dell’ingegnere ucciso e unico indagato per l’omicidio.
L'omicidio di Vittorio Materazzo
All’indomani dei fatti, quando Vittorio fu trovato sgozzato nell’androne del palazzo dove viveva a Chiaia, tutti i sospetti erano caduti sul cerchio familiare. Proprio la misteriosa morte del padre, per la quale Luca aveva speso tutte le sue energie negli ultimi due anni, è ritenuta uno dei possibili moventi del delitto. L’ingegnere aveva presentato denuncia per un documento falso legato alla morte dell’anziano padre avvenuta il 27 luglio del 2013 nello stesso stabile in cui padre e figlio vivevano in appartamenti diversi, a due passi da piazza Amedeo. Lucio Materazzo, imprenditore edile molto stimato nella zona, fu trovato morto la mattina nella sua casa dove viveva con la compagna Scintilla e il figlio Luca. che ora è indagato per la morte del fratello.
La ricerca della verità sulla la morte del padre
L’ingegnere ottantenne era rannicchiato sul pavimento in posizione fetale e il suo corpo, come verrà poi denunciato in un esposto, era coperto da ecchimosi. A refertare la morte dell’anziano fu un medico amico di famiglia, che certificò il decesso per arresto cardiaco dovuto a “polmonite cronico-ostruttiva”. Solo dopo un anno dalla della tragedia Vittorio decise di chiedere accertamenti e la riesumazione della salma, richiesta che fu respinta dagli inquirenti. Ma, convinto che la morte di suo padre non fosse avvenuta per cause naturali, Vittorio era andato avanti e aveva sollevato la questione del documento falso, documento che, secondo il legale di Materazzo. Luigi Ferrando, avrebbe fuorviato la valutazione dei giudici che respinsero la prima richiesta dell’ingegnere.
La vedova: "Nessuna divisione in famiglia"
Era in attesa di un incontro con il procuratore quando fu attirato in strada e ucciso a coltellate. Del suo assassino restano le tracce biologiche rilevate sotto le unghie dell’ingegnere e analizzate dagli esperti. Sentito dagli investigatori, Luca ha dichiarato di non trovarsi a casa quando suo fratello è stato assassinato e di essere a passeggio per il quartiere. La vedova Materazzo ha nominato come consulente di parte civile l’ex comandante dei Ris di Parma, Luciano Garofano. Intanto, Elena Grande ribadisce che non ci sono divisioni interne alla famiglia, come confermato dalle sue cognate Roberta, Maria Vittoria, Serena e Simona. Riguardo ai Materazzo erano circolate voci di dissapori legati all’eredità.