Insegnante campana cacciata da una scuola di Brescia: “Discriminata per il mio aspetto”
La storia di Maria Erminia Maglio, è quella di una insopportabile discriminazione. Originaria di Avellino, ha una laurea e un dottorato in produzione animale, ma non può insegnare nonostante la sua abilitazione. Il motivo? Il suo aspetto fisico: ha una peptosi palpebrale, che comporta un abbassamento della palpebra, e una semiparesi dei muscoli facciali.
Nello scorso settembre, Maria è stata nominata supplente di agraria presso l'istituto "Pastori" di Brescia. Quando il dirigente scolastico di Brescia la incontra, la invita, senza indugi, a rinunciare all'incarico. A quel punto l'insegnante decide di farsi accompagnare dal padre Giovanni Maglio, anche lui docente lui di discipline agrarie, che si presenta al dirigente scolastico con il brillante curriculum della figlia. Questa volta la professoressa viene derisa dal preside per essersi fatta accompagnare dal padre per il suo primo giorno da supplente. Ma la sua perseveranza non ferma quella del dirigente, il quale decide di chiedere il parere del medico per bloccare la giovane docente. E ci riesce: Maria rinuncia e decide di partecipare al concorsone in Piemonte. Il caso, però, non è stato clemente con lei: il Piemonte viene accoppiato con la Lombardia e proprio lui, il dirigente scolastico dell'istituto "Pastori" di Brescia si ritrova nella commissione che giudica Maria. E la boccia. Il suo aspetto sarebbe stato "diseducativo". Il padre di Maria Maglio, Giovanni, da questa mattina inizierà lo sciopero della fame, lo farà davanti all'Istituto agrario di Avellino, per fare luce su una riprovevole stortura di una scuola pubblica italiana.
Il caso sarà oggetto di discussione in Parlamento grazie al deputato di Sel Giancarlo Giordano, vicepresidente della commissione cultura e istruzione. Dagli uffici del Ministero dell'Istruzione fanno sapere che le verifiche sono già in corso.