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“Insultato perché nero”: lo sfogo di Goh, attaccante della Cavese

L’attaccante della Cavese, Massimo Goh, cugino dell’ex-juventino Moise Kean, ha denunciato su Instagram episodi di razzismo nei suoi confronti al termine della gara contro il Catanzaro. La società metelliana ha fatto sapere che si trattasse di poche persone rispetto alle centinaia di tifosi calabresi impeccabili, ma il calciatore si è sfogato su Instagram: “Sono nero, italiano e fiero”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il calciatore Massimo Goh N'cede. [Foto / Instagram]
Il calciatore Massimo Goh N'cede. [Foto / Instagram]

Insultato perché nero: è lo sfogo di Massimo Virou N'Cede Goh, attaccante della Cavese, al termine della partita tra i metelliani ed il Catanzaro, disputata allo Stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia. Goh, già prodotto delle giovanili della Juventus e cugino tra l'altro dell'attaccante ex-juventino ed oggi in forza all'Everton Moise Kean, si è sfogato con una lunga storia su Instagram, in cui racconta l'episodio: il calciatore, classe 1999, non era in campo ma in panchina. Al rientro negli spogliatoi al termine della gara, terminata per 2-2, alcuni sostenitori della squadra calabrese lo avrebbero insultato soltanto in quanto nero. Un episodio particolarmente spiacevole, soprattutto in considerazione del fatto che gli altri tifosi calabresi hanno tenuto un comportamento esemplare durante la partita, come comunicato dalla società della Cavese stessa.

"Seconda domenica di fila che vengo insultato per il mio colore della mia pelle, la prima volta non ho detto niente e ho sbagliato ma ora ne ho abbastanza di ‘sto schifo, ma ci rendiamo conto?", ha scritto il giovane in una lunga storia su Instagram, "Parliamo di calcio, ci stanno gli sfottò e ci sono mille modi per insultare una persona. Non mi interessa se era uno o dieci o cinquanta, in tanti mi hanno detto di ‘lasciare stare' ma io non lascio stare, per me chi sbaglia paga. Queste persone qua non devono entrare negli stadi, queste persone qua si devono squalificare per un pò di anni. Il razzismo va oltre il calcio, è un tasto che non si deve toccare. Sono nero e sono fiero, come sono italiano e sono fiero", ha concluso quindi il calciatore.

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