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Investito e ucciso a Secondigliano: non fu un incidente ma fu vendetta

L’omicidio risale allo scorso 10 aprile quando Fabio Giannone fu investito e ucciso a Secondigliano. In manette erano finiti due ragazzi di 22 anni e gli inquirenti avevano pensato ad un tragico incidente stradale. Oggi, invece, si scopre che i due avevano premeditato l’omicidio per vendicarsi di un pestaggio subito per mano della vittima.
A cura di Valerio Papadia
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Arriva una svolta nelle indagini per la morte di Fabio Giannone, 21 anni. Quello che in un primo momento era parso come un terribile incidente stradale, si è rivelato essere un omicidio premeditato. Fabio Giannone fu trovato morto lo scorso 10 aprile in via Vittorio Emanuele III a Secondigliano, schiacciato da un'automobile posta al centro della carreggiata con i fari accesi e le portiere aperte, con accanto lo scooter della vittima. La notte dell'omicidio si era costituito V.D.L., 22 anni, mentre la persona che si trovava in auto con lui, P.P., della stessa età, era finito agli arresti domiciliari.

Nei loro confronti, però, la Procura di Napoli ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dalla Polizia, contestandogli i reati di omicidio premeditato aggravato dai futili motivi e di evasione. Da ulteriori indagini gli inquirenti, grazie soprattutto all'acquisizione e alla visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza poste nella zona dell'omicidio, sono riusciti ad appurare che, quello che inizialmente era stato classificato come incidente, in realtà era un omicidio in piena regola. L'auto utilizzata per investire Giannone era stata rubata due giorni prima del delitto e che, come ha spiegato V.D.L., era stato compiuto per vendicarsi di un pestaggio subito da lui per mano della vittima e di suo fratello.

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