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Ivan Grimaldi ha lottato ma non ce l’ha fatta: addio al coraggioso ragazzo di Scampia

Il giovane si è spento in ospedale dove era ricoverato da un mese. Il ragazzo, residente insieme alla sua famiglia nelle Vele di Scampia, era in attesa di un alloggio comunale dove avrebbe potuto ricevere l’assistenza sanitaria di cui aveva bisogno. Del suo caso si erano fatti portavoce anche i Verdi, che ora accusano: “È stato abbandonato”.
A cura di An. Mar.
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Si è spento a 20 anni Ivan Grimaldi, il giovane di Scampia affetto da tetraplegia flaccida. Il ragazzo, gravemente malato da anni, si trovava in ospedale da un mese a causa di una febbre molto alta. A nulla sono valse le cure prestate al giovane dai sanitari: Ivan non ce l'ha fatta. A darne notizia i Verdi di Napoli che, insieme alla consigliera Teresa Caiazzo, seguivano da tempo battaglia portata avanti della famiglia di Scampia. I Grimaldi, infatti, residenti nella cosiddetta vela gialla del quartiere della periferia nord di Napoli, avevano chiesto al Comune l'assegnazione di un alloggio adeguato dove Ivan potesse ricevere l'assistenza di cui aveva bisogno. Alloggio che non è mai stato concesso. Ora i familiari hanno denunciato alla polizia la morte del giovane, convinti che il decesso, avvenuto per setticemia, sia la conseguenza della mancanza di una assistenza sanitaria adeguata.

"Ivan era un ragazzo buono e generoso nonostante la vita fosse stata crudele con lui.- racconta la consigliera Caiazzo – Non portava rancore per nessuno e guardava con speranza al futuro. Dal 2011 mi sono battuta con la burocrazia e la mala politica di Palazzo San Giacomo per fargli assegnare un alloggio decente visto che quello occupato abusivamente dove si trovava era fatiscente, umido, privo di riscaldamento, senza ascensore e ricco di barriere architettoniche. Secondo una relazione del Dott. Rosario Savino che allegai agli atti presentati al comune il ragazzo era impossibilitato a muoversi a causa di una paralisi flaccida grave e non poteva svolgere alcuna attività motoria se non pochi movimenti della testa. A peggiorare la sua situazione erano dunque state le condizioni igienico abitative inaccettabili del sito dove alloggiava (documentate dalle foto) che avevano provocato a Ivan bronco-pneumopatie ricorrenti e racidivanti e dolori muscolari ed articolari. Ivan è morto tra tanta sofferenza, isolato e nel disinteresse dell'amministrazione allertata diverse volte dal 2011 ad oggi. Mi batterò con tutte le mie forze affinché i responsabili politici e amministrativi di questa vicenda paghino per averlo abbandonato in questo modo".

"Su questa vicenda – aggiunge il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – ho chiesto una commissione di inchiesta regionale interna al Cardarelli avendo saputo che la famiglia del ragazzo assieme a Patrizia Bevar ,presidente dell'associazione aiutaci a vivere che si è sempre interessata di Ivan, ha sporto regolare denuncia. Infatti il giovane ricoverato nell'ospedale da circa un mese non è stato messo in terapia intensiva ed è rimasto nel reparto della prima medicina per una infezione polmonare quasi certamente contratta nell'ambiente malsano dove era stato recluso. Aspettiamo adesso anche gli esiti dell'autopsia. A 20 anni non si può morire in questo modo. Se del personale medico ha sbagliato o ha sottovalutato la situazione o peggio ancora l'ha lasciato morire ne dovrà rispondere nelle sedi giudiziarie opportune".

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