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Kuwait (Q8) Napoli Est, inchiesta bomba: “Smaltimento illecito per risparmiare sui costi”

Esplode la bomba ambientale delle raffinerie della zona Est di Napoli. I vertici della Kuwait Petroleum Italia spa (Q8) accusati di illecito smaltimento dei rifiuti di raffineria per risparmiare i soldi di un corretto trattamento delle scorie: sotto sequestro 240 milioni di euro.
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Una vera e propria bomba, non c'è che dire. Una bomba ambientale, come sempre l'hanno considerata coloro i quali affacciano, da Napoli Est (Gianturco, San Giovanni a Teduccio), su quella parte del Porto di Napoli e della darsena petroli che gestisce i derivati del petrolio a Napoli; una bomba fiscale, perché sono stati sequestati la bellezza di 240 milioni d'euro; una bomba dal punto di vista dell'inchiesta perché coinvolge – secondo quanto accertato dall'Agenzia delle Dogane di Napoli e della Capitaneria di Porto di Napoli, che hanno dato esecuzione ad un decreto emesso dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia – la società Kuwait Petroleum Italia spa (Q8), un colosso della petrolchimica. Insomma, oggi è scattato il sequestro preventivo; la Kuwait è incolpata (a seguito dell'accertamenti in materia ambientale) di "delitti correlati al traffico illecito di rifiuti" ed è ritenuta "responsabile dal punto di vista amministrativo di aver svolto, in maniera organizzata e continuativa, dal mese di dicembre 2010, io stoccaggio di ingenti volumi di rifiuti pericolosi — acque oleose per un quantitativo pari a 42.011 mc- all'interno dei serbatoi installati nel deposito fiscale Q8 di Napoli, nonché lo smaltimento illecito attraverso Io sversamento nell'impianto di depurazione del deposito fiscale di Napoli, al fine di non sostenere le spese per il corretto smaltimento".

L'inchiesta sulla Kuwait Petroleum Italia (Q8)

"Il 7 novembre 2013 – si legge in una nota della Procura – era già stato avviato il sequestro delle attrezzature aziendali destinate alla consumazione dei reati in contestazione: Si tratta. delle consulenze tecniche della Procura della Repubblica e del custode giudiziario nominato dal Giudice in sede di sequestro preventivo dei serbatoi e delle aree, della corposa documentazione acquisita, delle numerose intercettazioni telefoniche, nonché delle mail estrapolate dai computer sequestrati nell'ambito delle investigazioni". Intercettazioni telefoniche e mail hanno consentito di risalire "all'esistenza di un accordo tra i responsabili del deposito di Napoli e i vertici della società Kuwait spa, nonché di riscontrare come l'illecito smaltimento dei rifiuti sia stato oggetto di una scelta consapevole della società, effettuata allo scopo di non affrontare gli oneri economici derivanti dall'osservanza della normativa in materia".

Gli indagati Q8 a Napoli

Gli indagati sono sono soggetti in ruoli decisionali apicali: il legale rappresentante della Kuwait Petroleum Italia spa, il "terminal manager" del deposito fiscale di Napoli, i gestori dell'impianto IPPC Kupit di Napoli e i responsabili delle operazioni e terminale marittimo deposito fiscale di Napoli, il consigliere d'amministrazione, nonché il Direttore delle risorse umane, acquisti e appalti della Kuwait Petroleum Italia spa di Roma, il coordinatore della movimentazione del deposito fiscale Kupit di Napoli, e I' ingegnere responsabile Prevenzione e Protezione dei depositi di Napoli della Kuwait Petroleum, Italia.

1. ALESSANDRO GILOTTI , legale rappresentante della Kuwait Petroleum Italia
2. ROBERTO GRILLO , procuratore della Kuwait Petroleum Italia nonché "terminal manager" del deposito fiscale di Napoli dall'11/09/2012;
3. LUIGI CERRETO , procuratore della Kuwait Petroleum Italia, nonché "terminal manager" del deposito fiscale di Napoli sino al 10/09/2012;
4. MARCO CAPPUCCIO , procuratore, responsabile delle operazioni e terminale marittimo della Kuwait Petroleum Italia, gestore dell'impianto Ippc Kupit di Napoli sino al 10/09/2012;
5. PASQUALE PALMESE , procuratore, responsabile delle operazioni e terminale marittimo dal marzo 2013 della Kuwait Petroleum Italia., deposito fiscale di Napoli, nonché gestore dell'impianto IPPC Kupit di Napoli, dalli 1 /09/2012;
6. ROBERTO ZACCARO  consigliere d'amministrazione, nonché Direttore delle risorse umane, acquisti e appalti della Kuwait Petroleum Italia di Roma, nonché "gestore dell'emergenza" determinatasi presso il deposito Kuwait di Napoli dopo il 7/11/13;
7. GIUSEPPE CORTESE , coordinatore della movimentazione del deposito fiscale Kuwait di Napoli;
8. MARIA ROSARIA NASTI, ingegnere responsabile Prevenzione e Protezione dei depositi di Napoli della Kuwait Petroleum, Italia S.p.a.

La replica della Kuwait Petroleum Italia (Q8)

La Kuwait Petroleum Italia replica alla maxi inchiesta napoletana con una nota in cui "ribadisce la piena correttezza del proprio operato e il puntuale rispetto di tutte le norme di legge nello svolgimento delle proprie attivià'". La spa, si legge ancora nella nota stampa, "sta ponendo in essere tutte le azioni necessarie per dimostrare nelle opportune sedi di giustizia e nel piu' breve tempo possibile l'assoluta infondatezza delle ipotesi di reato che vengono contestate".

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