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L’odissea di don Merola: “Io, investito ho atteso un’ora a terra l’arrivo dei soccorsi”

Il parroco anticamorra Luigi Merola, rimasto vittima di un incidente automobilistico, ha denunciato la sua odissea in attesa dei soccorsi. Il sacerdote è rimasto un’ora sull’asfalto. Don Luigi ha riportato la frattura della spalla e di un piede.
A cura di Angela Marino
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don Luigi Merola, già parroco anticamorra a di Forcella
don Luigi Merola, già parroco anticamorra a di Forcella

Negli ultimi giorni il suo nome è finito sulla pagine di cronaca per la revoca del servizio di scorta, ma oggi, don Luigi Merola, parroco anticamorra simbolo della lotta per il riscatto sociale a Forcella nel periodo dell'omicidio della giovane Annalisa Durante, oggi animatore del centro "A voce dd'e criature", è protagonista di un altro preoccupante episodio. È proprio il sacerdote di Villaricca a raccontare la sua disavventura al giornale Metropolis. Al centro di questa storia non ci sono i boss dei clan, nel cui mirino è finito 15 anni fa, ma c'è lo stato della Sanità campana, le cui (pessime) condizioni sono oggetto della denuncia del parroco.

È stato a causa di un incidente che don Merola si è imbattuto nelle falle del nostro sistema sanitario cittadino. Proprio a pochi giorni dalla revoca del servizio di protezione, don Luigi è stato investito da un'auto che lo ha scaraventato sull'asfalto facendogli fare un volo di ben quattro metri. Il sacerdote ha riportato la frattura della spalla e di un piede: ma per diagnosticarla ci sono volute diverse ore, mentre una è trascorsa nell'attesa che i paramedici raggiungessero il luogo dell'incidente e lo caricassero su un'ambulanza. È stato un poliziotto a chiamare: "In quel momento – racconta don Merola – è iniziata la mia disavventura. Una storia che voglio raccontare perché è profondamente ingiusto che i cittadini della Campania, a fronte delle numerose tasse che vengono loro imposte, nel momento del bisogno non possono contare su un sistema sanitario efficiente". "Sono rimasto sull’asfalto per 45 minuti – racconta don Luigi – nonostante il mio soccorritore abbia sollecitato l’arrivo dell’ambulanza. Quando i soccorsi, poi, stavano per arrivare, l’ambulanza destinata a me è stata dirottata altrove perché c’era stata un’altra chiamata al 118, per un codice rosso. Io, sempre sull’asfalto, ho dovuto attendere altri 15 minuti, l’arrivo di altri soccorritori".

Ma una volta a bordo del mezzo di soccorso i problemi continuano. "Mi stavano trasportando al Loreto Mare – continua il prete – ma i paramedici a bordo dell’ambulanza hanno saputo che in quell’ospedale la Tac era fuori uso". Cambio di programma, il sacerdote viene trasportato all'ospedale Cardarelli dove inizia la lunga attesa degli esami diagnostici: "Per la diagnosi sono uscito dall’ospedale alle 8 di sera. E per andare da un padiglione ad un altro del Cardarelli, visto che non c’era l’ambulanza interna, mi è stato anche chiesto se potevo andare con la mia auto. Ma come si fa a chiedere a uno che ha spalla e piede rotto di prendere l’auto? Mi auguro che nessun turista abbia mai un incidente a Napoli. Immaginiamo la pubblicità che ci farebbe". "Ma è possibile – conclude don Merola – che un contribuente debba essere trattato così?".

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