L’ospedale avvia un’indagine interna su Rosa, la bimba morta a 8 mesi
L'azienda ospedaliera Santobono-Posillipum di Napoli ha avviato una indagine interna per accertare le procedure messe in atto sul caso della morte della piccola Rosa, la bimba di otto mesi deceduta presso il nosocomio partenopeo nella mattinata di venerdì. Le verifiche dell'ospedale procederanno di pari passo con l'inchiesta avviata dalla Procura di Napoli, che ha aperto un fascicolo disponendo non solo l'autopsia della piccola, ma anche il sequestro delle cartelle cliniche. L'azienda ospedaliera – si rende noto – già nella giornata di venerdì ha informato la magistratura e gli uffici della Regione Campania. Regione che, a sua volta, ha inviato propri dirigenti per affiancare il lavoro di indagine avviato dall'ospedale.
La zia della bimba morta: "Si sarebbe potuta salvare"
Rosa era stata dimessa dallo stesso ospedale pediatrico circa 24 ore prima del suo decesso. Era stata ricoverata per problemi respiratori, ma poi dimessa dopo alcuni giorni. Nella mattinata di venerdì i genitori l'avevano nuovamente trasportata al pronto soccorso dove è deceduta dopo circa 45 minuti nonostante l'intervento dei sanitari. Se n'è andata nel giorno in cui compiva 8 mesi esatti.
Nella loro casa, i genitori della piccola non hanno voglia di parlare con nessuno. A provare a spiegare il loro stato d'animo è la zia della bambina, Rita, che ai microfoni di Fanpage si è sfogata: "Provano un dolore troppo forte", dice la donna, che con la madre ha vissuto una lunga settimana di preoccupazione, da quando, la scorsa domenica, Rosa stava male al punto da dover andare in ospedale. "Chiediamo giustizia, aveva solo otto mesi – afferma la zia – e a nessun altro deve toccare il dolore che stiamo provando noi". Parla di "una sofferenza indescrivibile, che non può essere paragonata a nient'altro". Loro, i familiari, hanno visto Rosa peggiorare giorno dopo giorno, da domenica scorsa fino alla corsa in ospedale per cercare di salvarle la vita, ma che non è servita a niente. "L'avevano dimessa dicendoci che stava bene, un solo giorno in più di ricovero e magari non sarebbe morta – racconta la donna -. Invece Rosa a casa ha continuato a peggiorare, faceva strani rumori con la gola, non riusciva a respirare e tirava indietro gli occhi".
Al pronto soccorso "i medici le hanno fatto il massaggio cardiaco, tutto è durato 45 minuti, poi mia nipote è morta". E si chiedono il perché della sua morte, se poteva davvero essere salvata, perché se le terapie che le hanno somministrato in ospedale non hanno funzionato, i medici abbiano decisa di dimetterla. "In ospedale le hanno dato prima dei medicinali a base di cortisone e i medici stessi hanno detto che non stavano funzionando – continua – poi le hanno fatto delle siringhe di antibiotico e il medico ci ha detto che stava bene, così ha deciso per le dimissioni". A nulla sono valse le richieste della mamma di tenerla ancora in ospedale "anche perché la bambina aveva era di un bianco freddo e strano". "Ci siamo sentiti dire che c'erano altri bambini da ricoverare", sottolinea la zia. "Eravamo con le spalle al muro e siamo andati via", prosegue la donna, ma a casa la piccola Rosa ha continuato a stare male. "Per i dottori soffriva di asma – aggiunge – ma non aveva mai avuto questo tipo di problemi".
Il nonno: "Chi ha sbagliato deve pagare"
Neanche Ciro, il nonno della piccola Rosa, si capacita di quello che è accaduto. "Ho perso mia nipote – ripete – chi ha sbagliato deve pagare per gli errori commessi". E c'è rabbia nel quartiere di Ponticelli, periferia est di Napoli, nel Parco Conacal, fatto di case popolari e di nomi delle strade intitolate a opere di musica classica. "Come può morire una bambina di otto mesi?", si domanda un'amica di famiglia che descrive la piccola come "vivace e sempre sorridente".