La camorra delle pezze: come tonnellate di scarti tessili diventano bombe ecologiche
Tonnellate di rifiuti, soprattutto pezzami da lavorazione, indumenti usati, scarti tessili, stipati in capannoni disseminati nella provincia di Napoli, che costituivano una vera e propria bomba ecologica. Una vasta operazione della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli ha portato all'arresto di 17 persone, accusate a vario titolo di appartenere a una vera e propria organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti speciali. Le indagini, condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e dagli uomini del Gruppo di Torre Annunziata della Guardia di Finanza, hanno preso le mosse nel 2018, in seguito alla scoperta e al sequestro, da parte delle Fiamme Gialle, di 13 capannoni a Pompei nei quali erano ammassate 6mila tonnellate di rifiuti speciali.
Le indagini sono riuscite a ricostruire l'esistenza dell'organizzazione criminale che raccoglieva rifiuti provenienti da aziende operanti nel commercio al dettaglio e all’ingrosso di tessuti o abbigliamento nonché nel settore del relativo trattamento e smaltimento di tali prodotti, che preferivano smaltire i loro rifiuti illecitamente e in maniera sicuramente meno onerosa. I rifiuti, stimati in 12 tonnellate, erano stati poi custoditi in alcuni capannoni disseminati tra Napoli e provincia: Melito, Boscotrecase, Terzigno, Pompei e Castellammare di Stabia. Oltre alla bomba ecologica che tali capannoni costituivano, altissimo era anche il rischio per la salute e l'incolumità dei cittadini, visto che un eventuale incendio avrebbe provocato un disastro vista la natura dei materiali stoccati nei capannoni.