La camorra stava costruendo una roccaforte abusiva, il palazzo aveva già le telecamere
Avrebbe ospitato quattro appartamenti, per complessivi 1900 metri cubi. Non era stata ancora completata, ma già c'era la videosorveglianza e anche questa, naturalmente, era abusiva. La struttura è stata sequestrata e sono stati denunciati un uomo di 61 anni di Chiaiano per l'abuso edilizio e un altro di 43 anni dei Camaldoli per le telecamere: sono entrambi ritenuti collegati al clan Stabile e il primo, in particolare, è indicato dagli inquirenti come elemento di spicco del gruppo di camorra che opera nei quartieri di Marianiella e Chiaiano.
L'operazione è stata condotta dai carabinieri della stazione di Marianella, che hanno ispezionato il cantiere dove era in costruzione la palazzina. I lavori erano già cominciati, erano stati fissati i pilastri e erette le pareti. Quando i militari hanno chiesto la documentazione, però, è saltato fuori che non c'era nessun permesso. Nessuna licenza, nulla: era tutto completamente abusivo. Anche i due operai trovati nel cantiere stavano lavorando a nero. Esaminando la parte già completata dell'edificio, i carabinieri hanno poi scoperto le telecamere, che erano state montate sulle parti esterne in modo da inquadrare l'area circostante e le strade che portavano all'edificio. Il sistema di videosorveglianza è stato sequestrato.
Secondo gli investigatori l'intenzione era di costruire un palazzo in cui sarebbero andati ad abitare, oltre al responsabile, anche altri esponenti del clan Stabile, storicamente attivo a Napoli, detto dei "capelloni", negli ultimi tempi vicino al clan Licciardi di Secondigliano e negli anni '90 legato alla Nuova Famiglia, con stretti rapporti tra il fondatore e Antonio Bardellino.