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La commovente lettera di una madre al poliziotto che ha salvato il suo bimbo

Dopo che il suo bambino ha lasciato la terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove era ricoverato da due mesi, Maria S., giovane mamma di Napoli scrive una lettera per ringraziare il suo eroe, il poliziotto che ha salvato la vita di suo figlio. La lettera però è indirizzata al superiore dell’agente di polizia, il primo dirigente Giuseppe Beatrice: “Volevo che tutti sapessero cosa ha fatto quest’uomo per il mio bambino”.
A cura di An. Mar.
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Ha scritto una commossa lettera di ringraziamento per l'intervento del suo eroe Giuseppe Barrucci, l'uomo che ha salvato la vita di suo figlio. Maria S. ha indirizzato una commossa missiva in cui riassume la sfortunata storia del suo bimbo e l'ha indirizzata non al suo angelo bensì al suo superiore, al primo dirigente Giuseppe Beatrice. "Volevo che tutti sapessero cosa ha fatto quest'uomo per il mio bambino", ha spiegato così il gesto la giovane madre di Capodichino.

Comincia con il racconto di quella tragica avventura Maria. La mamma è corsa in strada col suo piccolo tra le braccia, urlando perché qualcuno la aiutasse a soccorrere il piccolo che non respirava. A quel punto è intervenuto Giuseppe Barrocci. È corso in strada a piedi scalzi, senza neanche mettersi le scarpe. Ha fermato un auto ha caricato il bimbo e la mamma e ha chiesto all'automobilista di correre all'ospedale. Ma non bastava. Il piccolo non respirava e l'agente gli ha praticato un massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. Una manovra salavavita che ha salvato davvero la sorte del piccolo che poco dopo ha ripreso a respirare e a piangere.

Arrivati al San Giovanni Bosco i medici visitano il piccolo. Il pericolo è scampato, ma perché possa resistere è necessario ricoverarlo in un ospedale attrezzato. Giuseppe torna a casa, non può fare più niente. Poco dopo la famiglia lo chiama per ringraziarlo, è una scarlattina, dicono. Invece il piccolo smette di nuovo di respirare e ancora una volta grazie alla buona volontà di uno sconosciuto che li accompagna in auto, la famiglia arriva al Santobono. Con loro, insieme al papà del bimbo arrivato poco prima, c'è ancora Giuseppe, il loro angelo. Dopo due mesi, grazie al provvidenziale intervento del poliziotto il piccolo può tornare a vivere, ma prima di ricominciare la mamma ha voluto dire di nuovo grazie al suo poliziotto. "Anche se avessi scritto centinaia di pagine non sarebbero bastate a ringraziare Giuseppe per quello che ha fatto".

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