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La confessione del baby prostituto: “Mi vendo per pagarmi qualche extra”

Quindici anni, la scuola, la famiglia e i vestiti firmati. Nessuna storia di droga o miseria per l’adolescente napoletano: una vita ordinaria con un solo, inconfessabile, segreto.
A cura di Angela Marino
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Capelli curati, biondi, arricciati, i vestiti firmati, l'aria da bravo ragazzo, di quelli che affollano i centri commerciali dopo la scuola, quelli che si divertono a postare i "selfie" su Instagram e a condividerli con gli amici. Ma questo ragazzo dall'aspetto normale ha un in confessabile segreto: si prostituisce. Alle spalle non ha storie di miseria, droga, abusi, niente che lasci intuire una deriva sociale o emotiva. A spingerlo a vendersi, è solo il desiderio di concedersi qualche sfizio, un extra di tanto in tanto. Soldi facili ottenuti, qualche volta, solo lasciandosi toccare «là sotto» – come racconta a Il Mattino – ma che a 15 anni possono far sentire già adulti, emancipati dalla schiera di ragazzini che per pagarsi il cinema devono chiedere i soldi ai genitori. Un scorciatoia per aver quello che si vuole, della quale a quell'età si sente solo l'ebbrezza, senza rimorsi, soprattuto perché gli incontri con gli uomini, avvengono in maniera quasi naturale, su appuntamento, come tra amici.

«Non sono uno che batte  che sta ad aspettare i clienti vicino al fuoco – sottolinea il ragazzo – io sto per i fatti miei e mi raggiungono persone che sanno chi sono». Un particolare che nella visione distorta di quei rapporti sembra determinante.  È proprio la normalità, la banalità in cui certe relazioni si innescano a fare perdere la percezione del loro significato. «C'era un'amica più grande che aveva sempre un sacco di soldi – racconta – Si poteva comprare tutto quello che voleva e ci trattava da poveracci. Io conosco la famiglia e so che certe cose non se le sarebbe potute permettere, così le ho chiesto come faceva – poi – mi ha detto che lo facevano anche i maschi e io ho pensato che forse per avere un po' di soldi si poteva provare». La cifra, quella per rimediare «un po' di soldi», non consente grandi lussi, ma arriva senza sforzi, senza sacrifici, per gioco quasi. La prima volta, racconta il quindicenne «mi avevano detto di non esagerare, che 15 euro sarebbero andati bene. Io invece ne ho chiesti 20, e lui me li ha dati senza fiatare. Mi sembrò incredibile. Mi aveva dato dei soldi per toccarmi là sotto. Ero incredulo e pensavo: se è tutto qui divento ricchissimo».

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