La fabbrica di pomodori pelati da napoletana diventa giapponese. E licenzia gli operai
Si ribellano i lavoratori dell'ex Ar Industrie alimentari di Sant'Antonio Abate, che proprio di recente hanno intentato le prime cause, presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Nocera Inferiore, contro i 130 licenziamenti risalenti al 30 giugno 2013 per cessazione di attività operati dalla dirigenza dell'azienda del Napolerano. Sono 23 i dipendenti col in causa col patrocinio degli avvocati dell'ufficio legale di Slai cobas contro la società. La Ar Industrie alimentari, spiega in una nota Slai Cobas, tra i primi produttore di pelati e derivati dal pomodoro in Italia, tre anni fa ha chiuso la produzione dello stabilimento di Sant'Antonio Abate a "pochi mesi dal passaggio sotto il controllo della Princes Ltd facente capo alla multinazionale Mitsubishi corporation", sottolinea lo Slai Cobas.
La chiusura giunse"dopo aver precedentemente delocalizzato (nel 2005) la produzione a Foggia con finanziamenti pubblici ricevuti da Unione Europea, Stato Italiano, regioni di Campania e Puglia". All'epoca, sia l'amministratore delegato di Sviluppo Italia, Massimo Caputi, che l'allora ministro delle attività produttive, Antonio Marzano, garantirono che "il finanziamento pubblico non avrebbe portato al trasferimento o alla chiusura di alcuno stabilimento di Sant'Antonio Abate ma che, anzi, avrebbe potenziato l'intero gruppo Ar nell'intera Campania", fa sapere Slai Cobas. Oltre la metà del fatturato italiano della lavorazione del pomodoro (un business di 2,5 miliardi) è realizzato tra le province di Napoli e Salerno.