La guerra di camorra a Napoli Est: così a Capodanno un 12enne stava per morire
Un'importante operazione coordinata dalla Dda di Napoli ha permesso di fare luci sui nuovi equilibri di camorra instaurati a Napoli Est e sulla sanguinosa guerra che, dal 2015, è in atto tra i Mazzarella e i Rinaldi per il controllo delle attività illecite della zona. Nove arresti sono stati perpetrati nelle file del primo clan, grazie ai quali gli inquirenti sono stati in grado di ricostruire i passaggi fondamentali della faida in atto tra Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio, facendo luce su un episodio inquietante, fino ad oggi senza risoluzione, avvenuto a San Giovanni la notte di Capodanno, il 31 dicembre scorso.
Si tratta del ferimento di un ragazzino di 12 anni, affacciato al balcone della sua abitazione quando era stato raggiunto da un proiettile vagante che gli si era conficcato in una gamba, mettendo seriamente in pericolo la sua vita. Come si è evinto dagli arresti e dall'attività investigativa, il ragazzino rimase vittima di una stesa ordita dal clan Mazzarella, che voleva colpire l'abitazione del boss rivale, affiliato alla famiglia Rinaldi.
Alla sanguinosa faida di camorra è ascrivibile anche un altro episodio avvenuto alla fine dello scorso anno a Ponticelli: lo scorso 22 dicembre, in via Ferrante Imparato, una bomba rudimentale, composta da circa un chilo di esplosivo, deflagrò nella notte, uccidendo Antonio Perna, 32 anni, e ferendo gravemente la sua compagna, una donna di 43 anni. Le indagini hanno permesso di svelare che la vittima, ritenuta contigua al clan Mazzarella, stava in realtà piazzando l'esplosivo per intimidire un clan rivale, dedito allo spaccio di stupefacenti nel quartiere della periferia orientale di Napoli.