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La lettera d’addio della famiglia a Gecchi, schiacciato e ucciso da un albero in strada

Una toccante lettera pubblicata dalla famiglia di Gioacchino Mollo, detto Gecchi, l’uomo di 61 anni rimasto ucciso pochi giorni fa a Cava de’ Tirreni schiacciato da un pino secolare crollato probabilmente a causa del maltempo. “Non è possibile riassumere una vita spezzata con la parola fatalità”, si legge nella lettera.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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"Non è possibile riassumere una vita spezzata con la parola fatalità". Questo un estratto della toccante lettera pubblicata dalla famiglia di Gioacchino Mollo, detto "Gecchi", uno stimato oculista originario di Torre Annunziata e morto qualche giorno fa a Cava de' Tirreni, schiacciato da un albero. La sua vicenda ha sconvolto l'intera comunità metelliana lo scorso 6 febbraio, appena cinque giorni fa: emblematico il fatto che, per riconoscerne il corpo, le forze dell'ordine avevano dovuto leggere il chip del cane, Charlie, che vegliava il padrone rimasto ucciso dal tronco caduto. Dal chip del fedele quattrozampe, si era così risaliti all'identità della vittima del pino caduto su via Crispi, scoprendo si trattasse proprio del suo padrone, lo stimato ottico oplontino, da tempo residente a Cava.

L'albero, un pino secolare pesantissimo, era crollato con ogni probabilità a causa del maltempo, e non aveva lasciato scampo all'uomo, uccidendolo sul colpo. Miracolosamente illeso, invece, il suo fedele labrador, rimasto sul posto a vegliarne il corpo ormai privo di vita. Questa la lettera integrale pubblicata dalla famiglia del sessantunenne morto:

L'uomo fin dalla nascita sa che nel suo destino è presente come ultimo evento la propria morte, nessuno può sottrarsi o decidere quando è il momento. Nell’alternarsi delle stagioni della vita, però, ognuno sceglie liberamente come impiegare il proprio tempo e le proprie energie, costruendo attimo dopo attimo il proprio presente e futuro. Gioacchino vive in un contesto familiare con saldi valori morali, ha avuto sempre ben chiaro le priorità della propria vita: un attaccamento viscerale alla famiglia sia di origine che attuale, fede, cura per i rapporti interpersonali e un particolare trasporto per l’arte nelle sue svariate produzioni. Con pazienza e profondo senso di responsabilità non si è mai improvvisato: ha osservato e seguito i grandi professionisti del suo campo e, quando si è ritenuto pronto, ha iniziato ad operare e per oltre trenta anni non si è mai più fermato, dedicandosi con passione ai suoi cari pazienti. Professionista affermato e stimato, chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene sa che era molto di più… Un padre amorevole, sempre disponibile per le sue tre figlie: la dolce Alessia, la determinata Maria Laura e la vivace Martina. Marito affettuoso, con un grande amore per la sua adorata Rosanna. Unico figlio maschio, è cresciuto con quattro sorelle, per le quali è sempre rimasto nel corso della vita un punto di riferimento stabile e sostegno nelle vicende difficili. Gecchi non è vissuto in rigidi canoni precostituiti, ma con la leggerezza e l’imprevedibilità che solo lui sapeva dare. Non è mai mancato in ogni momento importante della vita dei nipoti, con ognuno dei quali ha costruito un rapporto diverso e unico. Il suo spirito scherzoso e gioviale ha determinato il rafforzarsi di legami familiari e di rapporti di amicizia leali e profondi. Il suo vivere frammenti di vita con i colleghi andava oltre la routine quotidiana lavorativa, la sua propensione ad aiutare chi ha più bisogno non seguiva la logica economica e la sua genuinità di sentimenti sfociava nei tanti riconoscimenti dei suoi pazienti. D’improvviso… tutto è svanito. Il sogno dell’amorevole moglie Rosanna di poter condividere insieme momenti importanti della vita delle proprie figlie e i traguardi da raggiungere. Alessia, Maria Laura e Martina non potranno più avere al loro fianco la guida rassicurante del loro caro papà. Non ci sono parole per lenire questo dolore, rimane solo un immenso vuoto.Tante ipotesi su ciò che è accaduto, fiumi di parole sui social, profonda commozione per chi lo conosceva, sgomento e dolore in famiglia… non è possibile riassumere una vita spezzata con la parola “fatalità".

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