La madre collabora con la giustizia, il figlio 16enne la rinnega: “Sei un’infame”
È entrata nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia, decidendo di "pentirsi" e cambiare vita. Ma suo figlio, 16 anni, non ha voluto seguirla, rifiutando di abbracciare la nuova vita lontano dal crimine. È quando infine è stato arrestato per possesso di stupefacenti, nell'aula del tribunale dei Minori ha rinnegato pubblicamente la madre dandole della traditrice, della "infame" e dicendo di non considerarla più come sua madre. A raccontare la storia di Davide (nome di fantasia) è stato il quotidiano "Cronache di Napoli".
Il ragazzo, 16 anni compiuti da un mese ha alle spalle una storia difficile: il padre, in carcere per spaccio di stupefacenti; la madre pentita, solo recentemente e coinvolta insieme al marito nello spaccio di droga. La decisione della donna di collaborare con la giustizia l'ha portata a vivere in isolamento in una località protetta, dove il figlio minorenne avrebbe avuto diritto di seguirla. Il giovane, però, si è rifiutato di abbandonare il vecchio stile di vita e ha continuato a vivere nel quartiere Ponticelli, nel cuore della periferia orientale di Napoli. Il 24 ottobre scorso Davide è stato arrestato nel rione popolare Conocal dai carabinieri che lo hanno sorpreso in possesso di venti dosi di marijuana da spacciare. Il giorno seguente il ragazzo è stato portato dinnanzi al Tribunale per i minori di Napoli. In quell'occasione il magistrato lo ha esortato a seguire l'esempio di sua madre e entrare nel programma di protezione. In aula stata convocata quindi la madre che ha tentato, in lacrime, di convincere Davide a cambiare vita e ricongiungersi con lei. A nulla sono servite le preghiere della donna, se non ha fomentare l'ira del ragazzo che ha continuato a respingerla gridandole: "sei un'infame, vai via". Davide è stato, infine, condannato a 10 mesi di detenzione, da scontare, in una comunità di recupero lontano dalla Campania.