La madre della ragazzina stuprata a San Valentino Torio: “Quei ragazzi sono dei criminali”
"La parola perdono non la capisco più". Parla la madre di D.D., la ragazzina di 15 che ha accusato cinque minorenni di averla violentata a turno a San Valentino Torio, in provincia di Salerno. Al quotidiano "La Repubblica" la donna, Filomena, esprime tutta la sua rabbia per quanto accaduto alla sua bambina: "Mia figlia è un piccolo fiore e quelli sono dei killer, le hanno rovinato la vita, l'avevo cresciuta con le mollichine".
Per quattro dei ragazzi accusati dalla figlia il giudice per le indagini preliminari di Salerno Maria Rosaria Minutolo ha convalidato il fermo. Oggi è attesa la convalida per il quinto. Poi il giudice dovrà decidere se i minorenni andranno in carcere o ai domiciliari. Le parole della madre di D.D., pronunciate nello studio dell'avvocato di parte civile Alessandro Laudisio, arrivano dopo che nel paese dell'agro nocerino arnese qualcuno, soprattutto tra gli amici dei cinque presunti violentatori, ha messo in dubbio la versione della ragazzina.
Filomena, non ancora 40enne, 5 figli alle spalle e un sesto in arrivo, difende invece strenuamente la figlia, che considera ancora una bambina: "L'hanno portata tenendola per le braccia giù nel parcheggio – la violenza sarebbe avvenuta in un garage, ndr -. Mia figlia si è aggrappata alla maniglia del garage ma loro l'hanno costretta ad entrare. Ho visto il posto, fa paura. La mia piccola era innocente come il giorno della sua prima comunione".
La dinamica successiva dei fatti secondo la madre della ragazzina sarebbe stata la seguente: "L'hanno spogliata e l'hanno buttata per terra. Vorrei far vedere ai genitori dei ragazzi il luogo dove è stato consumato quest'orrore. Per due ore le hanno tolto il cellulare, costringendola a rassicurare l'amica che chiedeva notizie". Una dinamica crudele e atroce che non lascia spazio al perdono: i ragazzini (tra i 15 e i 17 anni), secondo la madre della 15enne "sono dei criminali". La donna aggiunge poi un dettaglio su quanto riportato dalla figlia nel corso della violenza di gruppo: "Mia figlia è stata morsa sulle braccia e ha dei lividi sui fianchi, la tenevano serrata: se prendo quello che l'ha morsa, me lo mangio vivo".