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La rivolta delle estetiste della Campania: “Noi stiamo a casa, quelle abusive guadagnano”

Con la chiusura della maggior parte delle attività commerciali causa Coronavirus, gli effetti della crisi economica cominciano a farsi sentire. Un gruppo di estetiste della provincia di Napoli e Caserta hanno così deciso di scrivere ai prefetti e al presidente della Regione Campania descrivendo la loro situazione anche in relazioni a chi esercita abusivamente e guadagna.
A cura di Valerio Papadia
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Sono moltissimi i settori investiti dalla crisi economica scaturita dal Coronavirus e del conseguente lockdown, con la maggior parte delle aziende, delle fabbriche e delle attività commerciali chiuse nel nostro Paese. Alcuni settori ed alcune categorie sono stati più colpiti di altri, soprattutto i liberi professionisti o i dipendenti del settore privato come i parrucchieri e i barbieri ma non solo. Ecco che allora un gruppo di estetiste artigiane delle province di Napoli e Caserta hanno deciso di scrivere una lettera ai rispettivi prefetti e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per rendere nota la situazione di tutta la categoria. Le estetiste artigiane pongono l'accento in modo particolare su chi esercita abusivamente, guadagnando non soltanto sulle spalle dei clienti (non essendo abilitate e qualificate), ma anche su quelle della categoria, i cui profitti sono azzerati causa Coronavirus. "Ricordiamo la piaga delle estetiste abusive, già ampiamente diffusa sul territorio, che in questo periodo critico ha avuto u n preoccupante incremento" scrivono le estetiste.

La rappresentanza della categoria, sostanzialmente, nella missiva chiede la riapertura delle loro attività in data 4 maggio: "La categoria che rappresentiamo – scrivono – a differenza di altre categorie quali ristoranti e parrucchieri, è già provvista di locali suddivisi in vani arieggiati per potere accogliere la clientela singolarmente, che lavora sempre con guanti e mascherina e solo su appuntamento senza alcun tipo di assembramento, che gli strumenti di lavoro sono sempre sterilizzati con autoclave e prodotti specifici. Tale premessa per precisare cha questa modalità di lavoro veniva già impiegata prima dell’attuale emergenza pandemica e con grande professionalità stiamo già implementando tali misure igieniche e di sicurezza con l’acquisto di ulteriori prodotti monouso".

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