La Sonrisa diventa meta di turisti: “Vogliamo conoscere il boss delle cerimonie”
Come gli scavi di Pompei, i faraglioni di Capri o, paragone che forze calza meglio, la Reggia di Caserta. Una agenzia di viaggio di Gaeta ha organizzato una visita guidata ad uno dei “monumenti” saliti alla ribalta mediatica negli ultimi anni grazie al fortunato programma televisivo di Real Time “Il boss delle cerimonie”: l’albergo ristorante “La sonrisa” di Sant’Antonio Abate, con tanto di incontro con lo stesso boss, don Antonio Polese.
Così, domenica 10 aprile, ben 150 persone provenienti da diversi comuni del basso Lazio riempiranno tre pullman che partiranno, rispettivamente, da Gaeta, Cassino e da Latina, alla volta del castello ammirato tante volte in televisione per una “giornata alla scoperta del regno del Boss delle Cerimonie, don Antonio Polese”. Il programma occuperà l’intera giornata dei partecipanti. Infatti, è prevista “la visita del castello, delle sale ricevimenti e dei giardini del Gran Hotel La Sonrisa, hotel classificato cinque stelle”. La pubblicità non lo dice, ma i partecipanti avranno anche una graditissima sorpresa: nel corso della loro visita turistica incontreranno il boss in persona, Antonio Polese, che li saluterà e, probabilmente, si farà scattare qualche foto insieme ai suoi fan.
“La nostra agenzia – spiega Antonio Montella, originario di Torre Annunziata, ideatore del viaggio – da tempo organizza visite ai luoghi più belli della Campania. Qualche settimana fa, una mia nipotina mi ha chiesto di mettere su un viaggio alla volta di Sant’Antonio Abate. Confesso che io non conoscevo il programma, non lo avevo mai visto. Per fare contenta la bambina ci ho voluto provare e la risposta è stata travolgente: non mi sarei mai aspettato di riempire addirittura tre pullman.”
Neppure a Sant’Antonio Abate si aspettavano che il Grand Hotel La Sonrisa, salito alle cronache già qualche anno fa per gli abusi edilizi compiuti al suo interno e per questo sequestrato dalla magistratura, sarebbe diventato una meta turistica. “Quando ho chiamato per prenotare il pranzo nella struttura per centocinquanta persone, non potevano credere che fossimo un gruppo di turisti che arrivava in Campania dal Lazio solo per loro. Pensavano scherzassi ed insistevano nel chiedermi se, in realtà, io dovessi organizzare una festa di battesimo o di prima comunione” spiega ancora Montella. Nessuno scherzo, però, tutto vero: magari tra qualche decennio qualcuno chiederà all’Unesco di inserire La Sonrisa nel patrimonio mondiale dell’umanità.