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La storia di Chanar, bimba di 9 anni, da Baghdad a Napoli per un intervento salvavita

La piccola Chanar Aziz, 9 anni, è arrivata a Napoli da Baghdad per sottoporsi ad un delicato intervento salvavita al Policlinico della Federico II di Napoli: la bimba soffre della cosiddetta “Sindrome del qt lungo”, che può portare il suo cuore ad arrestarsi improvvisamente, così come è accaduto alle sue due sorelline. Alla bimba è stato inserito con successo nell’addome, nel 2011, un dispositivo salvavita che “sorveglia” il cuore e che interviene in caso di aritmica pericolosa per la vita. Adesso il dispositivo è stato “revisionato” con successo nel nosocomio partenopeo.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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La storia di Chanar Aziz, bimba di 9 anni di Baghdad, si intreccia con Napoli nel lontano 2011. La piccola, che soffre della cosiddetta "Sindrome del qt lungo", una malattia che può portate improvvisamente il suo cuore ad arrestarsi – così come purtroppo è accaduto alle sue due sorelline – ha bisogno di un delicato intervento cardiochirurgico salvavita. Così, grazie ad una catena umanitaria, sette anni fa la bimba arriva per la prima volta nel capoluogo campano, al Policlinico della Federico II. Qui, l'equipe del professore Vosa realizzò un intervento chirurgico innovativo per un paziente così piccolo, impiantando nell'addome della piccola un dispositivo salvavita che, collegato ad elettrodi posizionati sotto pelle e portandosi dietro la schiena, controllasse il cuore e intervenisse in caso di un'aritmia pericolosa per la vita della bambina.

Adesso, a distanza di sette anni da quell'intervento, perfettamente riuscito, il dispositivo ha cominciato a dare segni di esaurimento della carica. La piccola Chanar è dunque tornata a Napoli, di nuovo al Policlinico della Federico II, dove il professore Gaetano Palma, responsabile del Reparto di Cardiochirurgia Pediatrica, insieme al cardiochirurgo pediatrico Raffaele Giordano e all'esperto di Elettrofisiologia Pediatrica Luigi Matarazzo, hanno sostituito il dispositivo salvavita senza aprire il torace della bambina, che adesso è ancora protetta in caso di anomalie del suo cuore che potrebbero rivelarsi potenzialmente fatali.

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