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Appucundria, la Treccani dedica una voce a Pino Daniele

L’enciclopedia italiana Treccani fa propria la parola “appocundria”, dell’omonimo testo musicale apparso nell’album “Nero a metà” di Pino Daniele.
A cura di An. Mar.
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"Pino Daniele ha scritto e cantato molto nel suo grande dialetto napoletano, fonte di ricchezza per la letteratura e la canzone che da regionali, tante volte, si sono sapute fare patrimonio della nazione. E ci ha restituito, sovrimpresse di venature che in lingua sarebbero state opache, parole che, pur non essendo nuove, nuove suonavano all’orecchio, per via di una potenza evocatrice che soltanto il dialetto era in grado di sprigionare". Così in un articolo Treccani si riferisce al cantautore napoletano scomparso il 4 gennaio 2015, a cui ha dedicato un voce.

L'enciclopedia italiana fa propria la parola appocundria, dell'omonimo testo musicale apparso nell'album "Nero a metà". "Interfaccia dialettale dell’italiano ipocondria – spiega – nel senso semanticamente vago di ‘profonda malinconia’, che tanto sembra addirsi alla condizione della ‘napoletanità'. È questa appocundria, nutrita di fatalistica accettazione delle sorti della vita, segnata da una noia esistenziale e venata di scettico ma malinconico distacco per qualcosa di indefinibile che non è, non è stato e non è potuto essere, che si fa cifra di un sentire tutto napoletano nella canzone omonima di Pino Daniele".

Appocundria me scoppia / ogne minuto ‘mpietto /peccè passanno forte / haje sconcecato ‘o lietto /appocundria ‘e chi è sazio / e dice ca è diuno /appocundria ‘e nisciuno… / Appocundria ‘e nisciuno.

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