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Opinioni

Lasciate stare Massimo Troisi e Pino Daniele, non usateli per la polemica anti-Salvini

Pino Daniele e Massimo Troisi furono poeti e artisti, persone di una nobiltà d’animo immensa. Non sono più tra noi. Dunque non usateli né strumentalizzateli per usarli nelle vostre battaglie odierne contro Matteo Salvini (o contro chiunque altro). Di loro ci restano musica, sorrisi e film. E chissà se oggi dinanzi a tutto quest’odio a mezzo social non avrebbero scelto, semplicemente, il silenzio.
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A dirla brutalmente: chi muore giace, chi vive si dà pace. Ordunque, datevi pace. Pino Daniele e Massimo Troisi non ci sono più e se esiste ‘o munno ‘a verità,  forse ci guardano un po' contenti di non vivere i nostri miserabili tempi. Scomodarli per la polemica contro Matteo Salvini significa calarli in una dicotomia che non tiene conto di tante cose. I «Pino avrebbe detto» (anche se a sostenerlo è uno dei fratelli del cantautore, con tutto il rispetto) o «Massimo avrebbe commentato» su cosa si basano esattamente? È vero, Pino Daniele ebbe un duro scontro con Umberto Bossi per il suo "questa Lega  è una vergogna" e per altre affermazioni che gli costarono una querela per diffamazione. Ma poi trovò la via della riappacificazione (forzata,  voluta, non sta a noi giudicare) e scese in campo per l'emergenza rifiuti a Napoli quando era ministro Stefania Prestigiacomo con Berlusconi premier.

E Massimo Troisi? Sarcastico, tagliente, fece battute affilatissime sulla Lega degli anni Novanta (celebre un monologo preconizzatore su Peppino Di Capri leghista). Ma siamo sicuri che una personalità così complessa e anticonformista sarebbe finita su Facebook o su Twitter a commentare la qualunque?

Pino e Massimo erano belli, erano poeti, erano artisti a tutto tondo: non ingabbiateli. E soprattutto, se li amate, non sventolateli come vessillo di battaglie che state combattendo voi, oggi. Loro non ci sono più. Ci resta la loro arte e la loro dolcezza: non imbruttitela. In tempi di parole a qualsiasi costo chi sa se non avrebbero scelto, invece, la più preziosa delle cose: il silenzio.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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