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“Lascio il Pd e non ho rimpianti: nel partito a Napoli non si discute più di nulla”

Parla Paola de Gennaro, uscita dal Pd Napoli insieme ad altri 3 esponenti Dem in polemica con la dirigenza cittadina e regionale. Ora il gruppo dei fuoriusciti va verso De Magistris.
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Paola De Gennaro, ex esponente Pd
Paola De Gennaro, ex esponente Pd

La notizia era nell'aria da un po': quattro dirigenti del Partito Democratico di Napoli lasciano con una lettera-denuncia, il partito e vanno verso la direzione di Luigi De Magistris alle prossime Elezioni Amministrative del 5 giugno 2016. Nazario Malandrino, Antonello Simeoli (consigliere V Municipalità), Nino Simeone (commissione provinciale di Garanzia Pd Napoli) e soprattutto Paola de Gennaro, direzione regionale Pd Campania con una lunga storia di militanza Dem hanno scritto ai segretari nazionale, regionale e provinciale Matteo Renzi, Assunta Tartaglione, Venanzio Carpentieri, spiegando il loro addio. Dalle «contorsioni etiche» del dopo primarie che hanno visto vincitrice Valeria Valente alla scelta di astensione al referendum trivelle, tanti i motivi messi nero su bianco, alla base dell'addio.
È proprio Paola de Gennaro a spiegare a Fanpage.it com'è maturata la decisione.

Ci spiega i motivi di quest'addio al Partito Democratico?
«Molti li abbiamo messi nella lettera. La gestione del post-primarie sicuramente, così come la questione del referendum, ma sinceramente sono mesi che rifletto sulla mia appartenenza al Pd. Personalmente ho faticato ad accettare questo stato di cose, ma ora non ho più dubbi né rimpianti».

Dunque non c'è stata una causa scatenante? Una classica ‘goccia' a far traboccare il vaso?
«No, la verità è che non c'è più confronto politico nel Pd a Napoli. Né su temi locali né su temi regionali o nazionali. Ho 38 anni, sono entrata nell'allora PdS a 16 anni ho fatto tutta la trafila municipale e nel partito, in segreteria cittadina. Non ci sono più le condizioni per continuare».

Dunque la colpa è dei segretari?
«Guardi non è questo o quel dirigente in particolare. Se arrivamo a questo punto significa che esistono delle responsabilità generali. Forse anche mie, visto che lavoro sul territorio. Forse anche io potevo fare di più. Ho provato, mi creda, a dire la mia , ogni volta. Ma non ci sono più nemmeno i luoghi in cui esprimersi».

Appare abbastanza chiaro che porterà la sua esperienza nella campagna del sindaco uscente Luigi De Magistris
«De Magistris rappresenta una vera esperienza di sinistra. E per me la priorità è cercare dei luoghi in cui ci si possa confrontare».

Questo luogo potrebbe essere l'associazione del sindaco, DeMa?
«Io me lo auguro. Immagino una esperienza di laboratorio politico in cui ci si possa confrontare. C'è una enorme voglia di partecipazione da parte dei cittadini. E bisogna crearli, questi luoghi».

Qualcuno nella dirigenza Pd l'ha chiamata chiedendole un ritorno sui suoi passi?
«No. Non mi ha chiamata nessuno».

La lettera d'addio degli esponenti del Pd a Napoli
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