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L’attore Enzo Decaro fa visita a Lola D’Arienzo, ex ballerina malata di Sla

Il noto attore napoletano Enzo Decaro si è recato a Cava de’ Tirreni, nella provincia di Salerno, in visita ad Apollonia D’Arienzo, detta anche Lola, ex ballerina di danza classica da oltre 20 anni ormai affetta da Sla. L’attore partenopeo si è fermato anche a pranzo con la famigli di Lola: non è la prima volta che Decaro fa visita all’ex ballerina.
A cura di Redazione Napoli
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Ci ha tenuto a fare nuovamente visita a quella con la quale, negli anni, si è creata una solida amicizia: il celebre attore napoletano Enzo Decaro – indimenticato interprete de "La Smorfia" insieme a Massimo Troisi e Lello Arena – si è recato a Cava de' Tirreni, nella provincia di Salerno, per salutare Apollonia D'Arienzo, detta anche Lola, ex ballerina di danza classica da oltre 20 anni malata di Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica. Come detto, non è la prima volta che l'attore partenopeo fa visita a Lola: Decaro non si è solo limitato a un saluto, ma si è anche fermato a pranzo insieme alla famiglia dell'ex ballerina, ovvero il figlio, il fratello, la sorella e la cugina. Non solo Decaro: anche il collega Alessandro Preziosi, di cui Lola è una fan accanita, in una occasione le ha fatto visita.

La storia di Lola D'Arienzo

Sono passati oltre 20 anni da quando a Lola D'Arienzo fu diagnosticata la Sclerosi laterale amiotrofica. Apollonia, ballerina di danza classica ha una scuola di danza, un marito e un figlio piccolo: come spesso succede in questi casi, la malattia progredisce molto rapidamente. La paralisi arriva in fretta, Lola non può muoversi né parlare, ma si esprime attraverso il battito delle ciglia, alimentata da un sondino e tenuta in vita da una macchina, dopo aver subito una tracheotomia. Lola però non si è arresa, e ha continuato a vivere la sua vita e a coltivare le sue passioni, come il componimento di poesie; a lei, è stato dedicato anche il cortometraggio "Lola, in punta d'ali"; inoltre, insieme alla famiglia ha fondato l'associazione "Amici di Lola", che segue le famiglie di malati dipendenti dalle macchine salvavita.

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