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Lavoratori in nero ed immigrati clandestini: chiuso un opificio di Casandrino

Blitz dei carabinieri di Grumo Nevano in un opificio di Casandrino: su dodici lavoratori al suo interno, tutti bengalesi, cinque sono risultati essere in nero, altri due non in regola con le norme sull’immigrazione. La struttura è stata sequestrata ed il proprietario, un quarantenne bengalese, denunciato.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Blitz dei carabinieri della stazione di Grumo Nevano in un opificio di Casandrino, all'interno del quale hanno scoperto, assieme al personale dell'ASL Napoli 2 Nord, diversi lavoratori in nero, alcuni dei quali perfino clandestini. L'attività, assieme a tutte le attrezzature, è stata così sequestrata mentre il titolare è stato denunciato: si tratta di un quarantenne del Bangladesh.

La scoperta è avvenuta durante un controllo nell'ambito del contrasto alle violazioni delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e di lavoro nero. L'opificio interessato si trovava sul corso Carlo Alberto di Casandrino, e si occupava di abiti da uomo. Al suo interno, dodici lavoratori di nazionalità bengalese, di cui cinque sono risultati essere lavoratori in nero, mentre due non erano in regola con le normative vigenti sull'immigrazione. E così per il titolare dell'opificio, sono scattate le denunce penali per aver dato lavoro a due clandestini, per non aver provveduto alla regolare manutenzione tecnica delle attrezzature, e non solo. I locali infatti disponevano di cassette di pronto soccorso non idonee per la categoria di attività, mentre i revisori all'interno dei locali non erano sottoposti alla prescritta revisione periodica.

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