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Lavoravano in condizioni disumane: sigilli a 7 fabbriche cinesi del Vesuviano

Lavoravano 24 ore su 24 in minuscole officine all’interno delle quali mangiavano e dormivano. Gli operai cinesi erano tutti al soldo di titolari della stessa nazionalità, arrestati dai militari per varie violazioni tra cui quelle sulle norme igienico-sanitarie e contrattuali e sullo smaltimento illecito di scarti tessili.
A cura di Angela Marino
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Mangiavano, dormivano e lavoravano – per tutta la durata del giorno – negli stessi locali. Siamo in un comune dell'hinterland vesuviano dove i carabinieri i carabinieri del gruppo di Torre Annunziata (Napoli), hanno scovato una rete di opifici cinesi –sette in tutto – in cui il personale, composto esclusivamente da operai cinesi, lavorava in condizioni "disumane".

Il blitz è stato effettuato dai militari con il supporto dei colleghi del gruppo per la tutela del lavoro di Napoli, durante un'operazione volta a contrastare il lavoro sommerso e lo smaltimento illecito di rifiuti nei comuni del vesuviano. I carabinieri hanno controllato decine di piccole attività produttive e commerciali, individuando e sequestrando sette opifici irregolari, i cui titolari – in tutto 17 persone di cui 15 di nazionalità cinese –  sono stati denunciati a piede libero perché ritenuti responsabili a vario titolo di violazione delle norme sulla sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, sulla regolarità contrattuale, nonché sullo smaltimento di scarti di lavorazioni tessili. Sono state contestate in totale un centinaio di sanzioni penali per un importo complessivo che supera i 500mila euro e circa 50 sanzioni amministrative per l'ammontare di 60mila euro. Durante i controlli sono stati sequestrati anche una rivendita di occhiali irregolare, una pasticceria e un ristorante di fortuna, tutti abusivi.

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