Le cinque citazioni più divertenti di Peppino de Filippo
Centododici anni fa, il 24 agosto 1903, nasceva Peppino de Filippo, attore e drammaturgo partenopeo fra i più famosi della storia del teatro del Mezzogiorno e terzo del memorabile trio dei fratelli de Filippo. Nel giorno del suo compleanno ecco cinque delle citazioni più celebri dell'intramontabile interprete napoletano.
#1. Antonio Caponi (Totò) e Peppino, suo fratello (Peppino De Filippo)
Dove sta la signorina?
Totò: Ma che, è entrata una signorina? Va' avanti, animale, signorina è l'intestazione autonoma della lettera. "Signorina, veniamo noi con questa mia a dirvi una parola che scusate se sono poche, ma settecentomila lire a noi ci fanno specie quest'anno, c'è stato una grande moria delle vacche come voi ben sapete…". Punto, due punti, ma sì, fai vedere che abbondiamo, abondantis adbondandum. "Questa moneta servono a che voi vi consolate, vi consolate", scrivi, che aspetti?
Peppino: Avevo capito l'insalata…
Totò: Non mi far perdere il filo… "Vi consolate dal dispiacere che avreta, che avreta, che avreta", già, è femmina e va al femminile, "perché lo dovete lasciare".
Peppino: Non so… Perché che?
Totò: Che è non so? Perché è aggettivo qualificativo… "Perché dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimo di persona vi mandano questo perché il giovanotto è studente che studia che si deve prendere la laura, che deve tenere la testa al suo posto e cioè sul collo…", punto, punto e virgola, punto e un punto e virgola.
Peppino: Troppa roba!
Totò: Lascia fare, se no dicono che siamo provinciali, siamo tirati… "Salutandovi indistintamente, salutandovi indistintamente… i fratelli Caponi"… apri una parente, "che siamo noi". Hai aperto la parente? Chiudila. (Totò Peppino e a Malafemmena).
#2. “Ma il denaro, ricordalo bene, non serve a niente e non ha mai dato la felicità a nessuno! A nessuno, soprattutto quando è poco.”
#3. "Eeh… ho detto tutto". (Autentico ritornello del film Totò, Peppino e la Malafemmena).
#4. Cardone (Giacomo Furia): No, no e poi no! Io la notte voglio dormire tranquillo, non voglio essere roso dai morsi della coscienza. Lo Turco (Peppino): Allora volete essere roso dai morsi della fame? (La Banda degli onesti).
#5. Peppino:" Bello questo che sarà il Municipio?
Totò: No questa sarà la Scala di Milano
Peppino: E dove sta?
Totò: Che?
Peppino: La Scala
Totò: Ah e starà dentro no?!" (Totò, Peppino e la Malafemmena).