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Le dieci trattorie migliori di Napoli

Non solo pizza, ma anche ragù, genovese e parmigiana. Ecco l’elenco delle dieci migliori trattorie partenopee dove gustare i piatti tipici della cucina napoletana.
A cura di An. Mar.
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Napoli è conosciuta in tutto il mondo per essere la città della pizza. Eppure ogni vicolo della città distesa sul golfo cela osterie e trattorie tradizionali dove è possibile assaggiare l'antica e tradizionale cucina napoletana. Le migliori trattorie partenopee, selezionate per rapporto qualità prezzo e segnalate, insieme al loro piatto tipico, sono state raccolta dalla giornalista napoletana Giulia Cannada Bartoli nella “Guida alle Trattorie di Napoli, Storie, Luoghi e ricette della tradizione”. Dieci piccoli locali in cui le ricette sono state tramandate di generazione in generazione per centinaia di anni. Ecco dove sono:

1. Vini e cucina dalle Sorelle

Da nessuno come dalle "Sorelle" si mangia l'autentico gattò di patate (6 euro), piatto ricco (più ci metti, più ci trovi). La ricetta delle sorelle Spoleto, eredi di cinque generazioni, è quella originale. Patate rosse, fiordilatte, salame napoletano, uova, sale, pepe, latte, parmigiano e pecorino grattugiati, pane grattugiato di casa. Il risultato è un miracolo soffice, saporito, fumante che soddisfa l’anima e la pancia.

Via Benedetto Cairoli, 1 (angolo Piazza Poderico – Arenaccia). 

2. Osteria della Mattonella

La Genovese di Antonietta (6 euro) è rinomata in tutta la città: la prepara solo due volte la settimana. L’osteria esiste dagli anni '50 ed è stata rilevata dalla famiglia Marangio all’inizio degli anni  '70. Alla guida della cucina c’è Antonietta Imperatrice, nata in Via Speranzella, nel cuore dei quartieri spagnoli.

Via G. Nicotera. Napoli. 

3. Osteria da Teresa dal 1913

Le polpette al sugo (4 euro) della cucina napoletana si possono preparare in vari modi: fritte in bianco o ragù. Quelle più buone di Napoli si mangiano a via Kerbaker, al Vomero, da Teresa,  osteria della della famiglia Sorvino da cento anni. Qui le polpette sono prima fritte e poi calate nel sugo. Il locale è riconoscibile per la fila all'ingresso.

Chiuso la domenica. Via  Kerbaker. Napoli. 

4. Trattoria da Emilio

Qui dal 1959 c’è la trattoria che Domenico gestisce insieme alla moglie Tania. Pochi tavoli e tutti, ma proprio tutti, i must della cucina napoletana verace.Un piatto, 3 euro.

Via Lepanto (Fuorigrotta). Napoli. 

5. Il Porto dei Sapori

Quattro generazioni in cucina, tutti a Napoli lo conoscono come "Don Antonio", il papà di Biagio e Giovanni, attuali padroni di casa. Cucina napoletana al completo, di terra e di mare. Inimitabile il gigantesco calamaro alla brace  (8 euro), calloso e saporito, condito con salsa segreta di Giovanni.

Molo Immacolatella Vecchia (all’interno del porto – varco Duomo). 

6. La Campagnola

La Campagnola è in via Tribunali da quasi 70 anni. Imperdibile il piatto della cucina “degli avanzi”: le ‘manfredi’ con ragù e ricotta (4 euro). Un particolare formato di pasta ondulata ai margini, di origine pugliese, della città di Manfredonia. Da provare con ragù della domenica ben caldo, con ricotta e parmigiano. Da gustare con successiva "scarpetta".

 Via Tribunali. Napoli. 

7.  Totò, Eduardo e pasta e fagioli

A Corso Vittorio Emanuele, altezza Piazza Mazzini, da oltre 50 anni, c’è la trattoria di Mario Bianchini, con bellissimo terrazzo e panorama mozzafiato sul golfo di Napoli. Qui è possibile assaggiare i famosi bucatini ‘o scarpariello (3,50 euro). Pasto frugale e veloce da prepararsi per i calzolai (gli “scarpari”, da qui il nome “scarpariello”) nella zona dei Quartieri Spagnoli dove si trovavano decine di fabbriche di scarpe a conduzione familiare. Bucatini, pomodorini freschi, strutto, parmigiano e pecorino, olio, aglio, peperoncino a piacere, basilico e prezzemolo.

Corso Vittorio Emanuele. Napoli. 

8. La Cantina di Via Sapienza

La parmigiana di melanzane più buona (3 euro) si mangia in Via Sapienza, alle spalle del Vecchio policlinico. Secondo Raffaele Bracale, studioso della napoletanità,  la parmigiana non avrebbe origini al sud, ma nella città del Ducato di Parma, da dove, nel 1731, emigrò verso il Regno di Napoli. La cantina ha oltre cent’anni, genuinità e sapore garantiti.

 Via Sapienza. Napoli. 

9. Cucina tipica da Vittorio

Siamo ai confini dei quartieri Bagnoli e Fuorigrotta. Qui da oltre cinquant’anni c’è Vittorio Correale, esile cuoco ‘equilibrista’ (la sua cucina non arriva a 3 mq) che fa miracoli soprattutto il venerdì. Prepara lo stocco, o meglio il coronello in bianco con le olive (7 euro). Alto circa dieci centimetri, condito con ottimo olio e olive nostrane è il migliore di Napoli. Lo mangiate fianco a fianco con sconosciuti (qui non ci sono posti assegnati), ma la bontà del cibo,  l’atmosfera familiare e l’esiguità del prezzo, valgono il viaggio.

Via Diocleziano, (Fuorigrotta). Napoli. 

10. Vini e Cucina dal 1913

La famiglia Liguori cominciò con poco: pasta e fagioli, alici e baccalà fritti. Durante la festa di Piedigrotta (ormai scomparsa) Salvatore Liguori metteva una grossa pentola colma d’olio per friggere le alici sul marciapiede  e vendeva i cd. ‘cuppetielli sale e pepe’  (3,50 euro ) per i quali la gente impazziva. Oggi quelle alici sono le migliori di tutta Napoli. Pulite ogni giorno freschissime da mamma Luisa che poi le frigge nelle padelle nere di una volta (oggi introvabili).

Via Piedigrotta. Napoli. 

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