Le mani del clan Casalesi sugli appalti negli ospedali: sequestro per 10 milioni di euro
È scattata alle prime luci dell'alba l'operazione della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli nei confronti di tre persone considerate gravemente indiziate di pericolosità per i rapporti con il clan dei casalesi, fazione Zagaria, nell'ambito della inchiesta sulla gestione degli appalti all'interno dell'Azienda Ospedaliera "S. Anna e S. Sebastiano" di Caserta. Si tratta Antonio Magliulo, classe 1953, già consigliere provinciale Caserta per il gruppo Pdl-Forza Italia; Elvira Zagaria, classe 1965, sorella del boss Michele, e figura di spicco all'interno dell'organizzazione criminale operante a Casapesenna e Raffaele Donciglio, imprenditore. A carico dei tre sono stati eseguiti altrettanti decreti di sequestro beni, emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nell'ambito dell'indagine finalizzata a ricostruire il patrimonio finanziario illecitamente acquisito grazie ad un sistema di appalti truccati riguardante diversi ospedali casertani tra cui il S. Anna e S. Sebastiano. Il Tribunale ha emesso per Donciglio, un sequestro beni per un terreno, un immobile, quote della Dierre costruzioni Sas, 19 tra conti correnti e programmi assicurativi, 21 buoni fruttiferi; per Elvira Zagaria, 12 tra conti correnti e polizze assicurative, due auto e un terreno; per Magliulo, due immobili e 21 conti correnti e rapporti finanziari. Le indagini, sono state avviate lo scorso 21 gennaio, quando venne eseguita un'ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di 10 indagati e agli arresti domiciliari di altri quattordici coinvolti nel sistema degli appalti truccati delle Asl di Caserta, aggiudicati a imprese controllate dal clan campano.
Tutto inizia nel 2006 grazie al marito di Elvira, Francesco Zagaria, reggente del clan per conto del cognato, all'epoca latitante. Zagaria (omonimo ma non parente di sangue del boss) operò affinché il sodalizio criminale dei Casalesi potesse infiltrarsi nella gestione degli appalti degli ospedali fino ad averne il monopolio, avendo come referenti politici prima Nicola Ferraro, consigliere regionale Udeur arrestato nel 2008, poi Antonio Fantini, segretario regionale del partito, e, dopo la disgregazione del partito successiva alla caduta del governo Prodi, Nicola Cosentino, allora uomo di punta del Fi e Pdl in Campania. La fazione Zagaria del clan dei casalesi prese il controllo degli appalti nell'azienda ospedaliera "S. Anna e S. Sebastiano" di Caserta grazie alla nomina a direttore generale, nel 2006, di Luigi Annunziata, recentemente scomparso. Quella di Annunziata sarebbe stata una nomina decisa da Francesco Zagaria, reggente della famiglia, con il supporto politico di Antonio Fantini (anch'egli scomparso), in quel periodo segretario politico regionale dell'Udeur. Fantini prese il posto di Nicola Ferraro alla guida del partito. Ferraro, infatti, venne arrestato, nel 2008, e poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa per aver supportato "politicamente" la fazione Schiavone di Casal di Principe.
Nel 2008, il cambio di nome alla guida dell'Udeur fece scattare anche il cambio di gestione degli appalti nell'ospedale casertano dalla fazione Schiavone (rappresentata da Ferraro) alla fazione Zagaria (sponsorizzata da Fantini). L'implosione dell'Udeur causata dalle vicende giudiziarie che videro coinvolto l'ex ministro Clemente Mastella costrinsero la fazione Zagaria a cercare e trovare una nuova "copertura politica" nel Pdl campano, in particolare in Nicola Cosentino che, sostiene la Dda, "è rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013". Per gli inquirenti la leadership di Nicola Cosentino nel Pdl campano fu sancita, durante il congresso di Caserta del 6 ottobre 2012, proprio grazie al sostegno determinato da questo sistema criminale. "Direttamente impegnati" a sostenere il clan furono due persone vicine a Cosentino: il consigliere provinciale di Forza Italia, Antonio Magliulo, e l'allora consigliere regionale forzista, Angelo Polverino, quest'ultimo arrestato per corruzione in concorso con l'ex sindaco di Caserta nonché ex direttore amministrativo della ASL di Caserta, Giuseppe Gasparin.
In questo modo, il sistema degli Zagaria riusciva a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all'interno dell'Ospedale casertano. "Il sodalizio mafioso – si legge nella nota dell'aggiunto Borrelli – negli ultimi anni, si era gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere mafioso. È stato infatti riscontrato il ruolo centrale svolto da Elvira Zagaria, sorella del noto boss ed ex primula rossa casalese, Michele. A quest'ultima, dopo l'arresto di tutti gli uomini della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagarla, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti derivanti dalle attività delle imprese del clan.