Le mani della camorra sul mercato del pesce: zero controlli sul pescato e rischi per i clienti
Pesce importato dalla Grecia, senza nessun controllo sanitario o certificazione di tracciabilità, acquistato con soldi riciclati e poi rivenduto al mercato ittico di Napoli. Un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha portato alla luce l'infiltrazione del clan di camorra dei Mariano tra i banchi del pesce del mercato partenopeo.
Pesce dalla Grecia per riciclare denaro sporco
Il denaro sporco, proveniente dalle attività criminali del clan, veniva reinvestito nell'acquisto di pesce dall'estero, spesso dalla Grecia, senza alcun controllo né certificazione sanitaria. In questo senso il procuratore aggiunto Filippo Beatrice ha parlato di "una struttura organizzativa in nero, sottratta ai controlli sanitari, con evidenti ricadute in termini di salute e tutela del consumatore". Due persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri del comando provinciale di Napoli e dagli uomini della Capitaneria di Porto, che hanno eseguito un'ordinanza del tribunale del Riesame. Una terza persona è finita ai domiciliari.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti quello del clan al mercato era un affare da milioni di euro all'anno. Movimenti documentati da diversi sequestri di denaro contante nel corso delle indagini oltre che da verifiche finanziarie su alcuni movimenti bancarie. Il clan dei Mariano nasce e ha la sua base operativa ai Quartieri Spagnoli di Napoli. E' soprannominato anche il clan dei "Picuozzi", dal nome del cordone del saio indossato da alcuni monaci.