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Legge Severino, la Consulta rigetta il ricorso di De Magistris

La Legge Severino è costituzionale. E ora per il sindaco di Napoli Luigi de Magistris altissimo il rischio di ‘saltare’ dalla poltrone di Palazzo San Giacomo. Diverso il caso di Vincenzo De Luca: “Penoso il tentativo di accomunare le vicende, io resto legittimamente al mio posto”.
A cura di Redazione Napoli
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La Corte Costituzionale ha rigettato dichiarandolo "infondato", il ricorso presentato sulla legge Severino dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris. In particolare riguardava le norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati, anche in via non definitiva, per determinati reati. La Corte costituzionale – si legge in una nota – ha giudicato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 11, comma 1, lett. a) del decreto legislativo n.235 del 2012, in relazione all'art. 10, comma 1, lett. c) dello stesso decreto legislativo, sollevata dal Tribunale Amministrativo della Campania, Sezione prima, in riferimento agli artt. 2, 4, secondo comma, 51, primo comma e 97, secondo comma della Costituzione, in particolare sulle norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati, anche in via non definitiva, per determinati reati.

Dunque, cosa accade ora? Il verdetto odierno salva la legge Severino dichiarandola costituzionale. E vista l'attuale situazione del sindaco di Napoli, egli rischia la sospensione in virtù di una sua condanna relativa al suo periodo da giudice. De Magistris – che non vuole commentare oggi, quanto sentenziato dalla Consulta – resta comunque in attesa del verdetto d'appello sulla causa penale alla base di questa intricata vicenda. Dunque il sindaco partenopeo si salva se è assolto o se è prescritto (a meno che non rinunci alla prescrizione) dall'appello per il procedimento penale. Ora a stretto rigore il prefetto di Napoli dovrebbe tornare a sospendere De Magistris da sindaco di Napoli.

La Legge Severino per il caso di Vincenzo De Luca

Sostiene Vincenzo De Luca, anch'egli con la spada di Damocle della legge Severino, che è nullo nel suo caso il rischio che la sentenza si scontri coi suoi ricorsi determinandone la sospensione dalla carica di governatore della Campania. "La decisione della Corte Costituzionale – spiega in una nota la Regione Campania – non ha alcun rilievo giuridico per il presidente De Luca. Sono ben più numerosi e di diverso spessore giuridico i rilievi di costituzionalità che la Corte sarà chiamata a valutare su remissione del Tribunale civile di Napoli nella diversa vicenda riguardante il Presidente della Regione Campania. È penoso e propagandistico – si legge ancora – il tentativo di fare confusione fra le due distinte vicende. Sono ben numerosi i dubbi di costituzionalità della legge Severino e la decisione odierna ne ha ritenuto infondato solo uno, peraltro non fra i più rilevanti. Fino alla pronuncia della Corte costituzionale sul suo specifico caso ( allo stato si è ancora in attesa della fissazione dell'udienza) il Presidente De Luca continuerà ad esercitare regolarmente e legittimamente le sue funzioni".

Le opposizione in Comune e Regione vanno all'attacco

"Siamo contenti della sentenza della Consulta. La decisione dà ragione alla legge Severino che resta il minimo baluardo contro la corruzione: noi sosteniamo da sempre che se va modificata, va modificata nel senso di un rafforzamento, estendendone le misure anticorruzione non solo agli amministratori pubblici ma anche ai parlamentari" dichiara Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale della Campania. Per il Consiglio comunale di Napoli a parlare è il leader del centrodestra Gianni Lettieri: "Il sindaco di Napoli sia coerente – afferma – dica che rinuncia alla prescrizione".

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