Cosa c'è di più triste e lontano dal concetto di politica come «sortire tutti insieme» dello stesso problema, come insegnava don Lorenzo Milani? Azzuffarsi, avvelenare la discussione e specularci. È quanto sta accadendo da due giorni in Campania sulla brutta vicenda dell'ospedale di Nola. Degli ammalati assistiti a terra per mancanza di letti e barelle, dei medici costretti ad assisterli a terra come in una astanteria di guerra. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, d'imperio, ha chiesto la testa di parte dei vertici del nosocomio nella provincia di Napoli. E cosa dovevano fare i dirigenti di un ospedale che non ha posti letto? E i medici cosa avrebbero dovuto fare, rimandare la gente a casa? Oggi invece Beatrice Lorenzin, ministro della Salute e delle clamorose figuracce (una su tutte: quella sulla Terra dei fuochi) ha detto che i medici «sono degli eroi».
Da un eccesso all'altro. È vero, medici e dirigenti del nosocomio non potevano respingere le persone che si presentavano al pronto soccorso, ma avrebbero potuto chiamare i carabinieri e denunciare l'accaduto seduta stante. E invece niente, silenzio. E Vincenzo De Luca non aveva promesso di togliere le barelle dai reparti e garantire posti letto ai malati? Dove stanno questi posti letto? Dov'è l'Ospedale del Mare di Ponticelli inaugurato mille volte e invece ancora off-limits?
Come se non bastasse, ci si è messo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, in modalità Matteo Salvini: cercando visibilità in ogni dove per scappare dalla polemica sull'emergenza camorra in città De Magistris ha polemizzato via Twitter con il governatore Pd. E ha ricevuto la piccata risposta del vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola.
Insomma, una ammuina, una tempesta di parole inutili. Mentre la gente continua a finire in ospedale sperando di non restarci (secca) a causa della malasanità, della mancanza di strutture o di personale. Un bel modo per dare risposte, non c'è che dire.