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Lutto per Vincenzo Salemme: è morta la mamma Tilde, maestra a Bacoli

È scomparsa Clotilde Salemme, madre dell’istrionico regista e attore partenopeo. Il cordoglio del sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione: “Ciao maestra Tilde”. Salemme ha ricordato la madre come “la più assidua fan” fin dagli esordi come attore in piccoli teatri napoletani.
A cura di Redazione Napoli
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L'attore Vincenzo Salemme
L'attore Vincenzo Salemme

Grave lutto per l'attore e regista Vincenzo Salemme: stasera è morta la mamma Clotilde, detta Tilde. A darne notizia è il sindaco della città natale dell'autore, Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione: "La Città di Bacoli – scrive in una nota il giovane primo cittadino del comune flegreo – partecipa commossa al dolore del suo orgoglio, Vincenzo Salemme, e della sua famiglia, per la scomparsa della cara mamma. Ciao, maestra Tilde". La mamma di Salemme era nota nella piccola città di mare flegrea per il suo impegno di maestra di scuola, era amatissima dagli studenti che già la ricordano commossi su Facebook, dopo aver appreso della sua scomparsa.

Ricordava in una intervista a Repubblica anni fa l'attore napoletano: "Io e miei tre fratelli siamo cresciuti a Bacoli in una famiglia in cui il pranzo era un vero rito, con tavolate di amici e colleghi di papà (che faceva l' avvocato) e il cibo quotidiano un modo di comunicare. Nei miei ricordi timballi, sartù, gattò che mamma Clotilde, detta Tilde, regina del forno, portava in tavola al ritorno da scuola, mentre papà si occupava della zuppa di latte al mattino. Due forme di amore". Nella stessa biografia ufficiale di Vincenzo Salemme si legge che la signora Clotilde era "la sua più assidua fan" e che "ha creduto in lui fin dall'inizio, quando, andando a vedere le sue prime rappresentazioni in piccoli teatri, lo applaudiva, sola, nel buio della sala". I funerali di Clotilde si terranno martedì 15 Marzo, alle ore 11, presso la Chiesa di Sant’Anna, a Bacoli.

Vincenzo Salemme ricorda la madre scomparsa

Vincenzo Salemme ha affidato a un post su Facebook un ricordo della madre scomparsa.
«Mia mamma si chiamava Clotilde ma tutti la chiamavano Tilde. Qualche amico scherzando la chiamava Tildona. Mio padre per esempio. Penso che nè lui nè gli altri si riferissero alle sue curve abbondanti. Credo che ne volessero sottolineare la prepotente personalità. Era una valanga psichica! In assoluto la persona più penetrante ingombrante emozionante che abbia mai conosciuto. Era molto intelligente, vivace,geniale per certi versi, folle sotto altri aspetti. Mi sorprende la voragine che lascia nel mio cuore. Come se mi avesse portato via l'anima. Solo ora mi rendo conto che tutto ciò che sono, che ho fatto, scritto, recitato, amato, fuggito, é, in un modo o nell'altro, legato a mia madre. Solo ora mi accorgo che con lei ho perso per sempre chi credevo di avere già perso: mio padre, zia Anna, zio Mario, zio Vito, zia Clara, i miei amici che mi hanno lasciato in questi ultimi mesi. Solo ora capisco che devo lottare per non perdere tutto quello che resta e che, ancora una volta, mi riporta a lei: i miei fratelli, Valeria, zia Emma e zia Maria, zio Ottavio e zio Romano, i loro figli miei amati cugini, I miei cari nipoti, zio Livio e i Salemme di Capo Miseno, la casa di via Gaetano de rosa, Bacoli, e tutto quello che in seguito è arrivato e che, inevitabilmente, mi sussurra di lei: albina, il cinema, l'infinito teatro…
Tutto mi riporta a lei. Anche la paura angosciosa e triste che mi stringe il cuore in questo momento. Una paura che mi ricorda la sua: terribile, inesorabile. Aveva paura di morire. Da morire! Ogni giorno. Ogni giorno per paura rinunciava al suo enorme talento. Non voglio che di mamma, Clotilde detta Tilde, mi resti soltanto quest'ultimo tratto feroce fatto di occhi sbarrati, respiri affannosi, sonni perduti. Non voglio il ricordo della sua fame d'aria. Voglio che mi lasci il suo sguardo di sbieco, di chi ruba osservando la natura degli altri e ne addomestica il verso. Voglio che mi resti il ricordo della sua memoria prodigiosa, dei suoi pranzi per trenta invitati, le sue braccia possenti mentre impasta la pizza, del suo amore per Enzo Maria
».

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