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Francesca, morta per malasanità: “Imparate a vivere che a morire non ci vuol niente”

Cinque medici sono stati iscritti nel registro degli indagati nell’ambito delle indagini sulla morte della 42enne Francesca Napoletano, deceduta in circostanze ancora da chiarire, dopo un trasferimento d’urgenza dall’ospedale San Paolo al Monaldi. Su Facebook il suo ultimo, amaro, messaggio: “Impartv a campa ca muri non c’e vo’ nient”. Il ministro Lorenzin invia gli ispettori.
A cura di En.Ta.
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Cinque medici sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito delle indagini sulla morte della 42enne Francesca Napoletano. I medici dovranno offrire la loro versione dei fatti nella ricostruzione di quel che avvenne nella notte tra l'otto e il nove marzo scorso quando la donna perse la vita dopo un ricovero all'ospedale San Paolo e un trasferimento d'urgenza al Monaldi. L'inchiesta è condotta dal pm Giuliana Giuliano, magistrato di responsabilità mediche e reati colposi, gruppo coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio. L'autopsia sul corpo della 42enne è prevista per martedì, e già quel giorno, dopo il referto dei medici, si potrà avere qualche certezza in più sulla morte di Francesca Napoletano.

La ricostruzione dell'accaduto

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la donna sarebbe stata ricoverata al San Paolo lo scorso lunedì sette marzo alle 14 circa in codice verde, cioè tra i casi meno preoccupanti. Alle 6 del mattino del giorno seguente Francesca Napoletano viene trasferita d'urgenza al Monaldi a causa, sembra, di una miocardite. Quando è arrivata, sembrerebbe che le due sale operatorie dell'ospedale fossero entrambe occupate perché i chirurghi stavano operando due altri pazienti in gravi condizioni: uno per un trapianto di cuore e l'altro per un aneurisma all'aorta. Questo ritardo avrebbe provocato la morte della donna. Per ora, scrive il Mattino, la lente della Procura di Napoli sembra sia soprattutto sull’ospedale San Paolo, ma nelle prossime ore non è escluso un cambiamento di prospettiva.

"Imparate a vivere che a morire non ci vuol niente": l'ultimo post su Facebook

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Mentre la magistratura farà il suo corso, il quotidiano Il Mattino ha intanto rivelato l'ultimo messaggio postato dalla 42enne Francesca prima del ricovero. Si tratta della foto di un detto popolare che, alla luce di quanto accaduto, assume un significato ancora più amaro e tragico: "Impartv a campa ca muri non c'e vo' nient". Un invito a godersi la vita (e a saperla apprezzare) che suona adesso davvero beffardo.

Il ministro Lorenzin invia gli ispettori

Quello che sembra l'ennesimo caso di malasanità a Napoli ha avuto risvolti anche sul governo. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è infatti intenzionata a inviare gli ispettori del dicastero a Napoli per fare luce sull'accaduto. Gli esperti della task force ministeriale per i casi di emergenza cercheranno di capire le circostanze della morte della 42enne Francesca Napoletano, in parallelo all'inchiesta della magistratura.

Zuccarelli (Anaoo): "Non funziona la rete dell'emergenza"

Sul caso del decesso della 42enne di Bagnoli è arrivato anche il commento di Bruno Zuccarelli, segretario regionale di Anaao Assomed (Associazione medici e dirigenti del Sistema sanitario nazionale): "La storia di questa 42enne napoletana che non ha trovato una risposta efficace ad una grave patologia cardiaca è l'emblema di una sanità nella quale servono interventi decisi e competenti. Non è possibile – ha spiegato Zuccarelli – come sta accadendo in questa triste vicenda, gettare la croce addosso ai medici o ai singoli ospedali. Al Monaldi, ad esempio, in quello stesso momento erano in corso due delicatissimi interventi chirurgici salvavita. Un trapianto e un intervento per una dissezione aortica. E' la rete dell'emergenza a non aver funzionato, e queste sono responsabilità che vanno ben al di sopra di quelle di un direttore sanitario".

Da Zuccarelli è arrivato poi un monito e una frecciata al governo: "Nella sanità campana o si cambia registro o molto presto le conseguenze saranno talmente gravi da non poter tornare indietro. Le politiche del Governo stanno brutalmente penalizzando la nostra terra, riducendoci ad una continua elemosina e relegandoci al ruolo di regione canaglia".

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