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Malato di tumore muore dopo errore medico, giudici indagano per lesioni. La famiglia: “Fu omicidio”

Per i giudici si trattò solo di lesioni, per la famiglia invece fu omicidio colposo. È il caso di A. M. paziente affetto da una patologia al pancreas e deceduto nel 2017 alcune settimane dopo un errore medico riconosciuto. L’avvocato della famiglia: “Non si può derubricare il reato solo perché era malato di tumore”. Il corpo non fu sottoposto ad autopsia.
A cura di Redazione Napoli
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Era ammalato di tumore, ha subito un danno per un errore medico riconosciuto ed è morto pochi mesi dopo. È la sorte di A. M. paziente napoletano deceduto il 17 aprile del 2017 all'ospedale San Paolo di Napoli, dove era stato ricoverato d'urgenza dopo che le sue condizioni erano improvvisamente precipitate, 37 giorni dopo il tardivo intervento di riparazione di quel danno. Per la sua morte la vedova ha chiesto, attraverso il suo legale, Sergio Pisani, che venisse riconosciuto l'omicidio colposo, ma i giudici hanno archiviato il fascicolo procedendo solo per ‘lesioni colpose'. Il paziente, infatti era malato di tumore e, sebbene non fosse stata effettuata autopsia, secondo i periti del tribunale la morte non dipenderebbe dall'errore, ma dalla malattia. "Un danno al midollo, diventato irreversibile perché non trattato è la premessa del decesso di un paziente, ma per i periti della Procura non c'è omicidio colposo perché il paziente era affetto da tumore". A parlare è l'avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia di A. M.

"Quello che mi preoccupa – dice Sergio Pisani – è che pm e gip abbiano condiviso tale ragionamento tant'è che ora l'inchiesta sulla morte dell'80enne procede solo per l'ipotesi di lesioni colpose". Il legale fa sapere di avere già presentato una nuova denuncia per valutare l'operato dei periti della Procura: "Il caso – è il parere dell'avvocato – merita una doverosa rivalutazione. La linea tracciata nelle loro conclusioni è inaccettabile. Intendo fare luce su questa assurda vicenda. È vero che il paziente aveva un tumore ma si trattava di una neoplasia che poteva essere trattata e che gli avrebbe consentito di vivere ancora per molto tempo".

“Il decesso del signor M. è da ricondurre a una lesione ischemica midollare alta, secondaria a ematoma epidurale, esitata in arresto cardio-circolatorio completo – dice Saverio Terracciano, consulente tecnico di parte – Dall’altra parte ben otto consulenti non hanno preso in considerazione le risultanze dell’esame anatomopatologico, che permette di escludere la neoplasia, quindi il tumore, quale causa, ovvero concausa, della morte del paziente”.

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