Maltempo, frana agli Scavi di Ercolano: colpita la domus di Telefo
Paura, questa mattina, agli Scavi di Ercolano, noto sito archeologico della provincia di Napoli: a causa del maltempo e delle abbondanti piogge che si sono abbattute nelle ultime ore sulla Campania, una frana ha interessato il Parco Archeologico. Colpita la cosiddetta domus di Telefo, fortunatamente da mesi interdetta ai visitatori a causa di lavori di manutenzione ordinaria che la stanno interessando. A rendere noto l'accaduto una nota del Parco Archeologico di Ercolano:
A causa del maltempo e delle intense piogge degli scorsi giorni, questa notte si è verificato uno scivolamento corticale di terreno nella parte sud-est della scarpata del viale che collega la città moderna con la città antica. Circa 150 mq di superficie interessata si sono riversati nella parte bassa del Parco impegnando il giardino della domus di Telefo, area già precedentemente interdetta al pubblico. I tecnici del Parco archeologico sono già sul posto per verificare l’entità del danno e avviare immediatamente le prime operazioni di messa in sicurezza e di ripristino degli ambienti. La zona era interessata da mesi da interventi di manutenzione ordinaria per cui già interdetta al pubblico
Sulla questione è intervenuto anche Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano. Sirano ha raccontato quanto accaduto e si è complimentato per la celerità con la quale i tecnici degli Scavi di Ercolano sono intervenuti sul posto per mettere in sicurezza l'area e valutare i danni:
Una macchina organizzativa perfetta che ha consentito di gestire con tempestività e professionalità tutte le operazioni necessarie alla messa in sicurezza e all’individuazione dei danno che al momento risultano solo di lieve entità. Eccezionale la collaborazione con l’equipe Packard, che ha messo a disposizione dati storici e analisi utili per l’inquadramento dell’intervento. Il movimento del terreno ha messo in luce una interessante scoperta: la presenza di un tunnel borbonico che era già stato all’attenzione di Amedeo Maiuri e che comprometteva la staticità della scarpata