Afragola, in strada manifesti del figlio dei boss Moccia: ‘Denunciate il racket. Ma non siamo noi’
Il manifesto stradale è scritto a caratteri cubitali rosso su bianco, sembra un allerta da coronavirus ma è ben altro. Siamo in corso Italia ad Afragola, cintura Nord di Napoli dilaniata di recente da bombe del racket di camorra. Qui si sono sfaldati gli equilibri tra clan ed ora è guerra aperta senza controlli. Il manifesto è regolare, almeno burocraticamente. Lo si capisce dal fatto che in calce c'è il timbro del Comune: significa che è stata pagata la tassa di affissione dovuta per legge. Il contenuto è inquietante, lo è ancor più lo è la firma: Antonio Moccia. Il cognome è quello di una famiglie di camorra storiche, feroci e radicate nella zona.
L'appello, se così possiamo chiamarlo, è ai commercianti: «Mi rivolgo ai commercianti, agli imprenditori ed a tutti i cittadini di Afragola e dei paesi vicini che vengono massacrati ogni giorno da estorsori che minacciano i nostri affari e che rovinano con la droga i nostri figli. Ho anche scoperto che più volte spendono il nome mio e quello della mia famiglia – si legge – vi invito a denunziare tutti i colpevoli». La conclusione è inquietante: «Vi invito a denunziare tutti i colpevoli e se vengono falsamente a nome della mia famiglia ancor più immediatamente». Dunque secondo quanto scritto, ci sarebbero estorsori che si presenterebbero a nome dei Moccia ad Afragola per chiedere il pizzo. E nel manifesto invece viene chiesto di denunciare ma viene fatto capire chiaramente che il racket non è affare dei Moccia. Perché, dunque, questo messaggio?
Contestualizziamo. Antonio Moccia chi è? C'è un Moccia con quel nome, nella famiglia di Gennaro Moccia e della famigerata Anna Mazza, conosciuta nelle cronache come la «vedova nera della camorra». È Antonio Moccia, pregiudicato, quarto e ultimo figlio di Gennaro e Anna, rimasto a vivere ad Afragola. Lo stesso che peraltro proprio di recente è stato oggetto di un furto di Rolex e denaro con un amico, proprio tra le strade della sua città.
Al momento le circostanze dell'affissione, stampata a Cardito come scritto in calce e che – ripetiamo – pare essere addirittura autorizzata dal Comune di Afragola , pagando regolarmente la tassa alla Geset, sono oggetto dell'attenzione dei Polizia di Stato. Va verificata anche l'effettiva congruità: è quell'Antonio Moccia colui che firma questo messaggio? Qualcuno ad Afragola l'ha percepito come un messaggio estremo, quasi una sorta di intimidazione contro chi denuncia il racket puntando l'indice contro una certa famiglia.