Niente soldi al figlio disabile 35enne. I giudici: “Così diventerebbe un parassita”

Il figlio di 35 anni, anche se è parzialmente disabile e non autosufficiente, non ha diritto all'assegno di mantenimento dai parte dei genitori perché ciò costituirebbe una "rendita parassitaria e contro legge". È quanto ha sentenziato la prima sezione civile del Tribunale di Salerno, che ha dato torto a una donna che aveva chiesto all'ex marito un assegno di 600 euro mensili e l'assegnazione della casa coniugale dove lei vive insieme al figlio 35enne, che è diventato parzialmente disabile dopo un grave incidente. Per la sentenza i giudici hanno tenuto conto anche delle capacità lavorative dell'uomo, che risulta aver lavorato, anche se saltuariamente, in un caseificio e in un'azienda pubblicitaria, e che ha ricevuto 95mila euro in seguito a un decreto ingiuntivo del Tribunale. La storia è stata riportata dal Mattino e riguarda un facoltoso medico salernitano che, a quando si apprende, provvede già al mantenimento di un altro figlio, quarantenne, che è ancora studente universitario e risulta disoccupato. L'ex moglie aveva chiesto l'assegnazione della casa coniugale, dove già vive, e un ulteriore mantenimento destinato all'altro figlio di 35 anni.
Il collegio della prima sezione civile del Tribunale di Salerno (presidente Giorgio Jachia, giudici a latere Guerino Iannicelli e Valentina Chiosi) non solo ha respinto la richiesta, ma ha anche revocato le precedenti disposizioni che imponevano al medico, seguito dall'avvocato Francesco Anzalone, di versare mensilmente 400 euro al figlio; la motivazione è che in sede divorzile quella somma, versata regolarmente ad un uomo di 35 anni, secondo i giudici rappresenta una rendita parassitaria e contro la legge.