Matrimonio napoletano addio? Meno gente e più distanza: ecco come cambierà la festa
Il matrimonio napoletano, quello sfarzoso, un po' kitsch, allegro, chiassoso, pieno di gente, cantanti e divertimento: ai tempi del Coronavirus dovremo dire addio ad un tipo di cerimonia che conosciamo così da sempre? Pare di sì, almeno per il momento. E la questione non preoccupa soltanto gli aspiranti sposi ma ovviamente anche e soprattutto un comparto produttivo che a causa delle restrizioni connesse all'emergenza contagio Covid19, è davvero in ginocchio.
Roberto Laringe, presidente di Federalberghi Campi Flegrei, col fratello Ciro opera in una zona meravigliosa in cui operano decine di ville e alberghi per i grandi ricevimenti. L'imprenditore spiega a Fanpage.it cosa cambierà coi matrimoni e coi grandi eventi privati a causa delle restrizioni da Covid.
Laringe, qual è la situazione oggi?
Drammatica. Ovviamente nessuno di noi si sogna di dire che non sono necessarie le precauzioni per contenere i rischi del virus. Ma ci aspettavamo dal governo dei provvedimenti diversi.
Parliamo ovviamente del Decreto Rilancio.
Sì. Avremmo voluto dei provvedimenti capaci di tener conto non solo della perdita del fatturato di aprile ma anche nei mesi a venire. Guardi, il ragionamento è semplice: alberghi e ristoranti per cerimonie hanno avuto disdette fino a fine agosto. Le nostre strutture sono svuotate, parliamo di un taglio del 50% del fatturato. Noi siamo aziende che producono nel momento in cui vendono, non possiamo ‘immagazzinare' il prodotto con la speranza di venderlo quando in tempi migliori. Non elemosiniamo niente. Ma è saltata la stagione. Molti ristoranti sono indecisi se riaprire o meno, molti alberghi non riapriranno proprio.
La situazione nella sua zona qual è, oggi?
Il 90 % degli alberghi è chiuso anche se in teoria potrebbe aprire tranquillamente. Vede, noi abbiamo un terzo di clientela straniera che non si vede più e non tornerà fino a fine anno, poi un terzo di clienti business, convegnistica e viaggi d'affari. Oggi si lavora in smart working e almeno fino a fine anno sarà così. E infine la clientela locale che cercheremo di recuperare al meglio.
Vi state organizzando per le riaperture?
Certamente. Per i piccoli ristoranti sarà dura col distanziamento obbligatorio, dovrà tagliare fino al 70% dei posti. A meno che non ci sia una gestione totalmente familiare di tavoli e cucina diventa poco conveniente aprire. Ripeto: non contestiamo le misure anti virus, ma ci chiediamo anche una cosa: la gente sarà disposta a superare la psicosi e sedersi a tavola? Se il contagio Covid-19 davvero è equiparabile ad un incidente sul lavoro allora aspettiamoci montagne di cause per non aver rispettato le misure di sicurezza.
Senta, molta gente si chiede come cambieranno i matrimoni. Se lo chiede soprattutto chi, oggi, aveva messo in agenda il grande passo e voleva prenotare un ristorante per il lieto evento. Che si fa?
Chi ha grandi spazi a disposizione ha ovviamente meno problemi. Ma nozze con 200 invitati ce le scordiamo. Per due motivi: prima perché la gente stessa eviterà di presenziare a eventi affollati e poi per la limitata capacità economica degli italiani che col Coronavirus hanno perso soldi. Immagino ad esempio che oltre parenti stretti e amici del cuore, non saranno estesi gli inviti ai conoscenti.
E la festa?
Ci sarà, ma in maniera diversa. Distanziamento sociale, si balla in prossimità dei tavoli, camerieri con le mascherine, niente buffet, percorsi definiti. Aspetteremo delucidazioni per capire come gestire i bambini che partecipano alle feste, se potranno avere o meno l'animazione. E poi le fotografie, addio ai grupponi tutti insieme.