Il rispetto che impone una vita spezzata va ben oltre le parole e i gesti: per questo motivo è ingiusto legare a Davide Bifolco, il ragazzo 17enne del Rione Traiano morto con la pallottola di un carabiniere in corpo la decisione di erigere un mausoleo di mattoni lì sul luogo della tragedia, nella periferia Occidentatale di Napoli. Davide è morto e chi ha deciso di farne un totem non è lui, sono conoscenti, amici e parenti. Mi chiedo: è giusto? È giusto che in una battaglia per ottenere verità, in una vicenda che grida giustizia, legalità, si parta da un mausoleo abusivo sotto tutti i punti di vista? La morte di Davide attende verità, ma non per questo bisogna concedere spazi alla prepotenza mascherata dalla voglia di ricordare.
Le cappelle votive abusive a Napoli
A Napoli e provincia conosciamo bene questi tabernacoli. Sono i Padre Pio da Pietrelcina, le Madonne dell'Arco, i Volto Santo inzeppati di foto ricordo di morti sparati, di camorristi entrati in carcere al 41 bis e usciti cadavere, di vittime delle faide. Di certo si sa che le forze dell'ordine hanno già allertato l'Antiabusivismo della Polizia Municipale di Napoli (i lavori, del resto, si stanno tenendo alla luce del giorno): la gente del rione Traiano si è auto tassata e presto il mausoleo al checkpoint Traiano sarà un'altra cesura fra città e città, tra cittadini e cittadini. Il sindaco Luigi de Magistris ora non può far finta di nulla. Parli con la popolazione e abbia il coraggio, ovemai la legge lo richieda (così pare…) di disporre la demolizione del nascente monumento alla tragedia.
Aggiornamento: la Procura: cappella da abbattere
Qualcosa, fortunatamente, si muove: c'è il via libera all'abbattimento del costruendo manufatto, palesemente abusivo. – La Polizia Municipale di Napoli ha messo i sigilli alla cappelletta, nei prossimi giorni il Comune di Napoli incontrerà la famiglia Bifolco per valutare iniziative di ricordo del giovane ucciso al rione Traiano dopo un mancato stop ad un posto di blocco dei carabinieri.