Chiunque abbia mai preso la metro a Napoli è giustamente preoccupato: dal 4 maggio sarà caos
Premessa doverosa: si tratta di un problema per tante metropoli italiane. Tornare a regime (o quasi) e cercare di gestire il distanziamento sociale necessario per scongiurare una ripresa del contagio del Coronavirus è complicato. Per i trasporti, poi, sarà incredibilmente complicato. A voler guardare il nostro sgarrupato orticello, Napoli ha un problema enorme: città già quotidianamente intasata col traffico veicolare, già quotidianamente assediata con metropolitana strapiena e bus inesistenti cosa farà con la Fase 2? Le aziende di trasporti , seguendo una linea nazionale, dispongono il dimezzamento della portata dei convogli e l'obbligo di mascherine.
Guardate le foto della metro partenopea strapiena, risalenti ad appena pochi mesi fa e immaginate la stessa portata di gente oggi, legittimamente – biglietto alla mano – in attesa sulla banchina per prendere un treno. Come si farà? Le regole le abbiamo capite, ma nella quotidianità come si pensa di voler garantire a tutti il diritto alla mobilità? L'ipocrisia regna sovrana: non tutti potranno prendere una metro o un bus, nemmeno coloro che hanno sottoscritto un abbonamento annuale (cui andrebbe fornito quanto meno un rimborso o una estensione visto il lockdown di 2 mesi ma il Consorzio Unico Campania tace).
Il Covid-19 non sparirà con la Fase 2 il 4 maggio, così come non sparirà il dovere per molti di tornare al lavoro in sede (c'è anche chi non ha mai smesso): come si fa? L'auto pone problemi di parcheggio e traffico veicolare già normalmente: se tutti dovessero prender l'auto abbandonando il mezzo pubblico a Napoli non si circolerebbe più. I taxi? A meno di non avere un patrimonio economico da nababbo è difficile pensare di poter spendere 15-20 euro al dì per spostarsi all'andata e al ritorno a casa. Il trasporto pubblico partenopeo è già afflitto da guai: è sporadico e vive una crisi pesante per mancanza di materiale rotabile (cioè mancano i treni). Che si fa? Il sindaco Luigi de Magistris vive in un mondo tutto suo e non ne parla. Dovremo scoprirlo da soli.