Rossellina, l’ingegnere aerospaziale segregata in casa: 9 anni tra i rifiuti
Uno sfratto che fa emergere una realtà drammatica e terribile. Quando gli agenti hanno aperto la porta della casa occupata abusivamente al decimo piano di un palazzo al decimo piano di un palazzo di ediliza popolare in via Janfolla a Miano, periferia settentrionale di Napoli, si sono trovati di fronte ad un paesaggio inquietante: immondizia e oggetti accatastati alla rinfusa, giocattoli ammucchiati con coperte e utensili. Un'ambiente sporco e maleodorante. Qui avrebbe vissuto senza uscire mai di casa per nove anni Rossellina, di 31 anni, assieme alla madre Geppina di 59 anni. Un passato familiare complicato, pochi soldi a casa (Geppina fa la fioraia di strada) e un padre che non c'è, nonostante provi a reclamare la prova del Dna per riconoscere Rossella.
La giovane nonostante le difficoltà si impegna a fondo negli studi, vince delle borse di studio e si iscrive a ingegneria aerospaziale. Cosa sia accaduto dall'immagine di una ragazza sorridente e tenace, alle scene di degrado e disagio, forse anche psichico, rivelatesi agli agenti ancora nessuno è in grado di ricostruirlo con esattezza. Così come ancora non è chiaro se la madre della ragazza sia stata la sua carceriera, o abbia assecondato i disagi della figlia, isolandosi sempre di più in un rapporto morboso. "Abbiamo salvato due persone da una probabile morte" afferma, interpellato dall'agenzia Omninapoli, il capitano Gaetano Vassallo, responsabile del settore Tutela patrimonio del corpo di Polizia Municipale partenopea. Ora la ragazza è stata affidata dai servizi sociali ad alcuni parenti, mentre per la madre è stato disposto un Tso, trattamento sanitario obbligatorio, atto che in una amministrazione comunale è solo il sindaco a poter disporre. Otto mesi fa, in un'altra zona di Napoli, al Vomero, in via Caldieri, un caso analogo scosse l'opinione pubblica, ovvero la storia della 36enne Chiara, 36 anni, per 8 anni segregata in un appartamento.