Mina, la trans diventata donna (all’anagrafe) senza operarsi
Da uomo a donna senza passare per interventi chirurgici. Lo dice la sentenza dello scorso 12 maggio con il quale il Tribunale di Napoli Nord stabilisce che Bruno, all'Anagrafe, potrà diventare Mina. Un consesso giudicante tutto femminile ha decretato che "per ottenere il riconoscimento giuridico della identità di genere prescelta è sufficiente una modifica dei caratteri sessuali secondari, come la distribuzione delle masse muscolari e della forza, dell'adipe, dei peli, della laringe e della voce, delle mammelle, realizzabile normalmente mediante cure ormonali".
Un caso unico nel Napoletano, che trova legittimazione nella principio sancito a luglio 2015 dalla Cassazione, che aveva accolto il ricorso di una associazione per i diritti lgbt invalidando le decisioni del tribunale di Piacenza e della Corte d'Appello di Bologna contro il cambio di genere all'anagrafe di una transessuale non operata. "È la fine di un calvario", è il commento del legale di Mina, l'avvocato Federica Medici, Da sette anni ha un compagno che le vuole bene, che si prende cura di lei. "È orgogliosa di mostrare il suo documento di identità e porre fine ad inutili imbarazzi", spiega. "Per fortuna – dice ancora – la società, sia pure lentamente, si evolve". Mina ha affrontato un percorso durato dieci anni che l'ha aiutata nella riassegnazione del sesso.