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Minacce e bombe per soffiare gli appalti ai concorrenti: due arresti a Vico Equense

Per ottenere gli appalti utilizzavano bombe, incendi e minacce: a Vico Equense arrestati due uomini del posto di 37 e 34 anni. Devono rispondere di estorsione, incendio doloso, trasporto e uso di ordigni esplosivi, danneggiamento e, uno dei due, anche concorrenza sleale in attività imprenditoriale.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Minacce e bombe carta contro i concorrenti pur di ottenere appalti: due uomini sono finiti nei guai a Vico Equense, nel Napoletano, con diverse accuse a loro carico, tra cui estorsione, incendio doloso, trasporto e uso di ordigni esplosivi, danneggiamento e, per uno dei due, anche concorrenza sleale in attività imprenditoriale. I due arrestati all'alba sono un 37enne del posto ed un 34enne di Pompei, entrambi raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata su richiesta della procura oplontina stessa.

Secondo quanto accertato dalle forze dell'ordine, il loro obiettivo era quello di togliere ricchi appalti ad una ditta concorrente, e per farlo si erano avvalsi di bombe carta, incendi e minacce telefoniche nei confronti di quest'ultima. Almeno due gli attentati dinamitardi accertati, entrambi eseguiti tra gennaio e febbraio di quest'anno: una prima davanti ad un hotel di Vico Equense, nel quale erano in corso i restauri da parte della legittima ditta aggiudicataria, una seconda invece davanti al garage privato del titolare dell'azienda stessa.

L'intercettazione: "Dite al mastro vostro.."

I due avrebbero anche ordinato l'incendio di un autoarticolato, sempre dell'azienda concorrente: il potente mezzo andò a fuoco mentre era parcheggiato non lontano da una struttura di Vico Equense dove la ditta stava compiendo dei lavori per trasformarla in un albergo. Agli atti anche una telefonata minatoria, fatta ad uno dei dipendenti della ditta stessa: secondo gli inquirenti, le parole "dite al mastro vostro che deve portare quell'offerta a Vico Equense", sarebbero state un'intimidazione a cedere i loro appalti per non avere ulteriori problemi. Raccolti tutti gli indizi, è scattata così l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due ritenuti responsabili del tutto, che sono stati portati così in carcere dai carabinieri.

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