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“Mio padre Maurizio Valenzi, sindaco rigoroso dallo sguardo ironico”

Si chiama “I miei primi giorni da sindaco di Napoli” ed è il diario che Maurizio Valenzi scrisse durante i quattro mesi iniziali del suo mandato. Nell’intervista alla figlia, Lucia Valenzi, abbiamo approfondito alcuni aspetti che hanno riguardato il primo sindaco comunista della città di Napoli.
A cura di Valerio Barbato
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Maurizio Valenzi e Eduardo De Filippo
Maurizio Valenzi e Eduardo De Filippo

Giorni intrisi di preoccupazione e di pressione. Momenti concitati, ma alleggeriti da uno sguardo a tratti ironico sul suo operato. Così aveva vissuto i suoi primi da sindaco di Napoli Maurizio Valenzi. Militante del Partito comunista e protagonista della resistenza antifascista,  artista, Valenzi, in fondo, non era solo quello che gli altri raccontavano, non era il sindaco intransigente che saliva sui pullman in incognito o controllava gli spazzini. Queste, per lui, erano semplicemente leggende metropolitane. Per capirlo bisogna leggere "I miei primi giorni da sindaco di Napoli", il diario delle sue annotazioni scritte durante i primi quattro mesi da primo cittadino, assemblate e pubblicate a cura di sua figlia, Lucia Valenzi. Un resoconto intimo, ricco di carica emotiva nella narrazione dei fatti di cronaca che coinvolgevano Napoli. Fanpage intervistato Lucia, che è anche animatrice della Fondazione che custodisce la memoria del genitore.

Lucia Valenzi, suo padre ha raccontato in prima persona i giorni che segnarono il suo arrivo a Palazzo San Giacomo. Cosa si riesce a percepire dalle sue parole?
Che fu un'esperienza appassionante, ma piena di tensioni, di preoccupazioni. Bisognava rispondere ai bisogni dei cittadini con dei consiglieri alla primissima esperienza, con persone che non conoscevano la macchina amministrativa. Lui temeva le ostilità dei dirigenti ed è stato molto attento, ad esempio, a non scontentare nessuno, soprattutto i socialisti.

Napoli per certi aspetti vive ancora istanze rimaste irrisolte rispetto al periodo in cui la amministrò suo padre, pensi alla camorra oppure alla disoccupazione o ancora alla situazione dei mezzi pubblici. Che sindaco sarebbe oggi Maurizio Valenzi?
Ci sono alcuni aspetti in comune, ma il modo di governare una città è cambiato profondamente. Prima il sindaco veniva eletto dal consiglio comunale e non dai cittadini come oggi e doveva riuscire a tenere insieme la giunta. Lui poi fu il primo sindaco comunista e non era affatto scontato lo diventasse. All'epoca poi c'era molta benevolenza nella popolazione, i napoletani erano perfettamente consapevoli che chi andava a palazzo San Giacomo avrebbe fatto quello che poteva perché la situazione era difficilissima. Pensi che a quei tempi giravano gli usurai tra i corridoi del Comune di Napoli.

Ecco, com'era visto suo padre dall'esterno?
La frase che lui ripeteva era: "mi guardano come un animale curioso". Lui non era indulgente sullo strapotere dei sindacati, per esempio, e non si schierava contro le forze armate. Ma ci sono tantissimi episodi divertenti che lo coinvolgono, non era soltanto rigoroso, aveva anche uno sguardo ironico.

Ieri c'è stato un dibattito presso la fondazione Valenzi a cui hanno preso parte i candidati a sindaco Gianni Lettieri e Valeria Valente. Luigi de Magistris, invece, non ha partecipato. Come l'ha presa? È dispiaciuta?
No, sinceramente no. Mi aspettavo già che non venisse, è quasi una regola il fatto che non si confronti. Ma mi ha detto che oggi sarebbe venuto a Villa Pignatelli in occasione della presentazione del libro su mio padre.

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