Monte Saro, muore giovane cacciatore: colpito per sbaglio da un proiettile
È morto dissanguato dopo essere stato colpito da un colpo esploso accidentalmente mentre era a caccia con un gruppo di amici e con suo zio. È quanto accaduto a Andrea Donnarumma, 31 anni, ucciso da un pallettone partito dal fucile calibro 12 tra il monte Saro e il Saretto. Andrea è la terza vittima di incidenti avvenuti durante escursioni di caccia nella sua famiglia. Il giovane, per il quale inutili sono stati i soccorsi, era uscito per una battuta di caccia al cinghiale, la sua unica passione, stando a quanto racconto amici e parenti, e si trovava in compagnia dello zio Amedeo 59 anni, dal cui fucile, presumibilmente, è partito il colpo fatale. Nella foschia degli ultimi giorni grigi, sotto la pioggia, fra i sentieri bui, qualcosa è andato storto.
Nel silenzio del monti del Sarno il proiettile ha trapassato Andrea spezzandogli le ossa e attraversando la femorale. Dopo lo sparo è scattata subito la chiamata dello zio Amedeo al 118. Inutile l'arrampicata disperata dei soccorsi guidati dal 59enne, che ha dovuto fare strada ai paramedici a piedi, mentre l'ambulanza era parcheggiata a valle. Ma quando i medici hanno raggiunto Andrea, il 31enne era già morto dissanguato. Disperati i familiari del ragazzo che maledicono quella che non era solo una passione ma un'attività con la quale il ragazzo sopperiva alla mancanza di un lavoro. Prima addetto alla vigilanza San Michele, poi guardia giurata per la società Alesio, Andrea non era mai riuscito a conservare un impiego stabile che gli consentisse di mantenersi. È stata infine la passione per la caccia nei boschi a strappare alla famiglia Donnarumma per la terza volta uno dei loro cari, anche lui ucciso da quel maledetto fucile.